Roma, 10 ago. (LaPresse) – E’ sempre più teso il rapporto tra docenti e governo. Dopo il nuovo piano assunzioni su base nazionale e non più provinciale e i maggiori poteri conferiti al dirigente scolastico, il corpo insegnanti si ribella con una serie di iniziative. L’ultima è quella di inviare al quartier generale del partito, al Nazareno, cartoline per dire addio al partito democratico: ‘Pd addio! Non ti voterò mai più. Un insegnante’, si legge.

“Da che il ddl ‘Buona scuola’ è diventato operativo, non faccio che leggere la disperazione nelle pagine e nei gruppi composti da migliaia di colleghi precari – scrive un’insegnante in uno dei gruppi Facebook di protesta – Disperazione, sì, perché dopo aver maturato il diritto sacrosanto di essere finalmente assunti vicino casa, a tempo indeterminato, dopo anni di vagabondaggio scolastico, la riforma tanto attesa si è rivelata per il bluff che era: porre condizioni inaccettabili, evitando di pagare la maxi multa alla Corte europea per abuso di precariato”.

Hanno asfaltato la Costituzione, i diritti dei lavoratori, i sindacati non allineati, la scuola pubblica e i sogni dei giovani”, dice Silvia T., precaria nel Veneto da oltre 9 anni. “Non è vero che non siamo disposti a inseguire il lavoro -aggiunge-. Noi il lavoro lo inseguiamo da oltre 15 anni. La nostra proposta è quella di fare in modo che ci sia un piano pluriennale di immissione dove si è scelto di vivere e non con un ‘ricatto di deportazione’ di dove vuole il signor ministro di turno o il signor preside che decide se riconfermarmi o meno nella scuola di destinazione dopo tre anni di lavoro”.

Tanti docenti, per protesta, boicotteranno la domanda per l’immissione in ruolo, che prevede che 100 province italiane vengano elencate come scelte di destinazione. “Anche i sindacati ci stanno spingendo a inviare questa domanda – spiega l’insegnante – facendo un’operazione di terrorismo psicologico. Ci stanno convincendo che non inviandola perderemo il diritto al ruolo. Ma questo non è vero. Ci sono piani di pensionamenti da qui al 2022 per 250mila persone. I normali turnover, se non partecipiamo a questo piano folle di trasferimenti, continueranno a essere effettuati su base provinciale, come è sempre avvenuto”.

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