Roma, 10 ago. (LaPresse) – “Il governo non ha i numeri. Mattarella convochi Renzi al Quirinale, gli chieda conto della sua non-maggioranza. Il deficit è strutturale, non è contingente. La questione non può essere affrontata, come sta facendo il non-governo, con mosse di una povertà intellettuale e morale indegne della gravità del momento”. Lo afferma in una nota il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta.

“Le riforme – come ha detto il Presidente della Repubblica in carica – s’hanno da fare in questa legislatura, ma non è scritto in nessuna Bibbia che debba portarle a compimento un Parlamento sotto il tallone dell’Uomo-solo-al-Comando, Matteo Renzi – spiega – Sappiamo che questo è il dogma del Presidente emerito Napolitano, ma è il dogma di una religione morta e sepolta: quella del sogno infranto di un Partito della Nazione vincente in Parlamento e nel Paese, destinato a un destino di trionfi, consegnando l’Italia a un regime autocratico. Renzi si renda conto, o magari glielo spieghi il Capo dello Stato, che non comanda nulla, forse non riesce neppure a controllare i suoi stessi annunci e nemmeno la propaganda fin qui dominatrice”, conclude Brunetta.

“In merito al dibattito sulle riforme la musica è cambiata, tutto alla luce del sole. Il metodo di Berlusconi oggi è quello espresso dal documento politico votato all’unanimità nel Consiglio nazionale di Forza Italia del 4 agosto. Giudizi chiari, opposizione netta. E una condizione unica per votare sì alla riforma del Senato. Che insieme si preveda l’elezione diretta dei senatori, con le conseguenze di funzioni e compiti che devono riflettersi nei restanti articoli della Costituzione, e l’immediata riapertura del cantiere Italicum, con l’assegnazione del premio di maggioranza alle coalizioni. Renzi dichiari subito questa volontà”. Lo afferma in una nota il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta. “E siccome Berlusconi è di parola ci sarà il sì. Non grazie a un accordo tramite intermediari, ma in Parlamento – prosegue Brunetta – Concretamente. Renzi e Boschi si dispongano a un dibattito ampio e serio in Senato, senza forzature di nessun genere, sulla riforma Costituzionale e nel contempo si riapra l’Italicum. Questo esige un cambio di atteggiamento da parte di Renzi. Aperture sostanziali, operative”.

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