Shinzo Abe: Grazie a Matteo l’Italia cresce. Si rafforza l’asse Roma-Tokyo

Dal nostro inviato Fabio De Ponte

Tokyo (Giappone), 3 ago. (LaPresse) – “Ho spiegato a Matteo la nostra strategia per la crescita. Il Giappone sta tornando a crescere. E grazie agli sforzi di rinnovamento di Matteo ho capito che anche l’Italia si sta avviando verso la crescita. Ci aspettiamo un aumento della collaborazione tra i due Paesi”. E’ tutto in queste poche frasi, pronunciate dal premier Shinzo Abe, il senso di questi due giorni di visita del presidente del Consiglio Matteo Renzi in Giappone.

Al centro infatti di questa missione c’è l’obiettivo di portare a casa un aumento degli scambi commerciali e degli investimenti diretti. “Possiamo fare di più – ha detto nel corso della conferenza stampa congiunta che ha fatto seguito al loro incontro – sotto il profilo degli scambi economici e commerciali. Il nostro interscambio nel 2014 è stato di oltre 8 miliardi, ma vogliamo crescere ancora”. Operazione questa – è la sua convinzione – che aggancerà almeno un po’ la nostra economia al traino di quella nipponica e garantirà propulsione per la crescita.

Una scommessa controcorrente, in un momento in cui dal mondo sono venute tante critiche alla Abenomics, una ricetta fatta di politica monetaria espansiva e rilancio degli investimenti, che non ha alcuna reverenza verso il totem dei vincoli di bilancio. E che apparentemente non ha dato grandi frutti finora, se il Paese ha chiuso il 2014 con un Pil in regresso dello 0,1%. Ma i giapponesi – a quanto raccontano gli imprenditori italiani che in Giappone lavorano da decenni e che condividono la loro tesi – sono convinti che la strada sia quella giusta e sanno aspettare. “Ci unisce – ha detto Renzi stamane agli studenti dell’università delle Belle Arti di Tokyo – una idea di sviluppo basata non solo sull’austerità, ma sulla crescita e sugli investimenti“. I due leader si sentono insomma molto affini, come due marinai che si trovano a governare una imbarcazione nelle stesse condizioni.

Da questa visita Renzi tornerà a casa domani sera con in tasca nuovi contratti per Finmeccanica, in cambio dell’impegno italiano a spingere per la chiusura dell’accordo di partnership economica (Epa) tra Ue e Giappone. “Shinzo – ha riferito Renzi – ha detto che vuole chiudere entro l’anno e noi faremo di tutto per mantenere questa scadenza, perché è un’operazione win-win, nella quale guadagnano tutti”.

Abe, dal canto suo, ha ringraziato per l’opportunità del padiglione giapponese ad Expo, definendolo un “successo” e ha annunciato che sono state raggiunte anche una intesa “sulla protezione delle informazioni” e una sul diritto del mare.

Ma il premier punta anche sul turismo: in Italia, ha detto, ci sono 2 milioni e 700mila turisti giapponesi, il numero più alto in Europa, ma “noi vogliamo arrivare a 3 milioni”. Iniziando proprio dal primo ministro giapponese: “Voglio portare Shinzo – ha detto Renzi – a mangiare una pizza a Napoli. Gli ho promesso l’ultima volta che lo avrei portato a mangiare una pizza seria. E il posto più buono del mondo è a Napoli”.

Tra i due c’è un evidente feeling, nonostante il fatto che l’italiano sia il leader di un partito di centrosinistra e il giapponese guidi il maggior partito nipponico del centrodestra, quello liberaldemocratico: “Sono davvero felice – ha detto Renzi – di essere qui in visita con la nostra delegazione non per un evento multilaterale, ma in una visita ad hoc per la amicizia tra Giappone e Italia. Tra il G7 del prossimo anno e poi il G20 e poi le olimpiadi nel 2020 mi sa che ogni anno sarò in Giappone. Spero che mi sopportiate ancora”, ha detto, scatenando una risata. Un feeling che si trasforma anche in un monito verso casa: “Se ci guardassimo – ha sottolineato il premier – con lo stesso sguardo d’affetto con cui ci guardano i giapponesi avremmo più fiducia nei nostri mezzi: ci servono meno piagnistei e più voglia di rimboccarci le maniche”.

Le relazioni commerciali tra i due Paesi in effetti sono in crescita: è vero che le esportazioni italiane verso il Giappone sono diminuite (-2,1% nel 2014 e -1,9% nel primo semestre 2015), ma il dato va disaggregato: è crollato il farmaceutico, che ha realizzato -37,2% nel 2014 e -51,5% nei primi sei mesi di quest’anno. Ma sono aumentati di oltre il 50% (nel primo semestre 2015) l’automotive e addirittura del 54% il comparto delle macchine elettriche. Bene anche gli oli, che hanno conquistato un +27%. Cresce molto anche l’abbigliamento, con +10% e l’ottica, con +14%. Insomma a osservare i dati con attenzione si percepisce davvero una voglia di Italia in Giappone.