La presidente Pd Puglia Lemma: Lascio il partito, non lo sento più mio

Roma, 3 ago. (LaPresse)- La presidente del Pd della Puglia, Annarita Lemma, si è dimessa in polemica con le recenti scelte del Partito democratico. L’ultima in ordine cronologico, spiega, è “l’invito a votare sul caso Azzollini ‘secondo coscienza’”. Lemme sul suo profilo Facebook ha scritto una nota in cui spiega tutti i motivi della sua decisione e l’ha intitolata: “Lascio il Pd, resto a sinistra”. “Lascio la presidenza regionale di un partito che non sento mio e che ha mutato la propria pelle – scrive sul social network -, lascio una militanza seria e convinta perché spazi di militanza, in questo Pd, non ne vedo più”.

“Troppe oramai – spiega Lemma -, le scelte di Governo, mai discusse e condivise con i livelli dirigenti territoriali, che mi vedono apertamente dissentire: scuola, jobs act, riforma del Senato, legge elettorale, tanto per citare i casi rilevanti. Tutto ciò, a fronte di una maggioranza parlamentare che vede il Pd sempre più garantito da componenti di centrodestra organiche o in puntuale sostegno all’azione legislativa di un Governo nato in barba a qualsiasi minima regola di rappresentanza democratica”.

“L’invito a votare sul caso Azzollini ‘secondo coscienza’ – sottolinea Lemma -, respingendo così la richiesta di arresto, è apparsa l’ultima contraddizione con il mandato elettorale che ci ha visti votare e far votare il Pd alle ultime politiche”. “Un partito – aggiunge – è autenticamente democratico se è garantista dei diritti dei cittadini che vuole rappresentare e governare. Questo è l’unico garantismo di cui mi sento portavoce”.

Lemma critica poi la questione del caso Ilva, “una vicenda gestita in modo incoerente, conflittuale e verticistico. Anche in questo caso le mie posizioni sono sempre state pubbliche, limpide”. “Infine – prosegue -, le elezioni regionali sono state vissute da me in un contesto Pd (provinciale e cittadino) ostile. I circoli territoriali di fatto mi hanno ostacolata quando non esplicitamente impedito di incontrare tesserati ed attivisti (forse perché in molti casi inesistenti?) nonostante avessi formalizzato la richiesta: le indicazioni del segretario regionale sono state disattese”.

“La modificazione genetica del Pd – conclude Lemma – è ormai conclamata ed io penso che non ci siano più anticorpi sufficienti per riportare il partito alle sue ragioni fondative. La forma per me è sostanza ed è impossibile continuare a militare in un partito solo per conservare una rendita di posizione”.