di Giuseppe G. Colombo

Roma, 31 lug. (LaPresse) – Torna a crescere la disoccupazione in Italia: a giugno ha toccato quota 12,7% e per i giovani è schizzata al 44,2%, il livello più alto dall’inizio delle serie storiche dell’Istat del 1977.

All’indomani del rapporto Svimez, dall’Istituto nazionale di statistica arriva un’altra doccia fredda sul fronte dell’occupazione: il mese scorso si sono registrati 22mila occupati in meno rispetto a maggio (-0,1%) e 40mila in meno rispetto allo stesso mese del 2014 (-0,2%). E’ il secondo calo congiunturale dopo quello di maggio (-0,3%), in controtendenza rispetto ad aprile, quando c’era stata una crescita dello 0,6%.

Numeri che infiammano il dibattito politico e che danno vita a un nuovo scontro il Governo e la Cgil. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, afferma che “crescono sia i disoccupati sia gli occupati: significa che aumenta il numero delle persone che cercano lavoro“. “E’ un piccolo segnale, ma c’è”, rileva. Più in generale, aggiunge il premier, “i dati sull’occupazione sono ancora timidi, ma incoraggianti”, anche se “il quadro è ancora molto lontano da quello che vogliamo che diventi. Ma la direzione è quella giusta”.

La Cgil non ci sta e ribatte con il segretario generale Serena Sorrentino: “I dati Istat dovrebbero trasformarsi in un elenco programmatico per il Governo: è ancora possibile modificare radicalmente il Jobs Act e varare vere politiche attive, un sistema di ammortizzatori che risponda alle esigenze del mercato del lavoro, e un piano che crei nuova occupazione”.

Il sindacato di corso d’Italia preme per modificare la riforma del mercato del lavoro varata dal Governo, ma il titolare del dicastero di via Veneto, Giuliano Poletti, difende l’operato dell’Esecutivo: “I numeri di giugno – dichiara il ministro – confermano che siamo di fronte a dati soggetti a quella fluttuazione che caratterizza una fase in cui la ripresa economica comincia a manifestarsi”.

Per il responsabile Economia e Lavoro del Pd, Filippo Taddei, è “ingiustificato emettere giudizi definitivi sugli effetti della riforma del lavoro o della politica economica del Governo in questo momento”, mentre le opposizioni sono sul piede di guerra.

Per la Lega Nord i numeri dell’Istat segnano la “disfatta” del governo Renzi, che deve portare a “immediate dimissioni”, mentre per Forza Italia i nuovi posti di lavoro che il Jobs Act avrebbe dovuto creare “sono rimasti sulla carta”. Critico anche il Movimento 5 Stelle: “Il Titanic di Renzi e Poletti punta dritto verso l’iceberg”, affermano i parlamentari pentastellati.

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