Roma, 30 lug. (LaPresse) – “Quando sono arrivato a Roma ero convinto di poter sistemare tutto al massimo in dodici mesi. Non avevo calcolato la comorbilità. E’ un termine usato in medicina, per esempio devi trapiantare uno e scopri che ha anche una grave malattia respiratoria. Qui c’era una politica marcia e perfino la criminalità organizzata“. Per descrivere la situazione in cui versa la Capitale usa il lessico medico il chirurgo e sindaco di Roma Ignazio Marino in un’intervista al ‘Corriere della Sera’. “Dopo appena quattro settimane – spiega Marino – scrissi al premier Enrico Letta chiedendo di mandare gli ispettori perché qui si era rubato. Quando arrivarono scoprirono che pagavamo 4.080 euro un software dei computer che non ne valeva più di 500”.

Marino confessa di non aspettarsi di trovare una situazione del genere: “Non pensavo certo di essere arrivato a governare Stoccolma, – spiega – ma neppure di avere un Pd marcio contro di me e la criminalità infiltrata nella dirigenza. Nel 1966 Renzi non era nato, ma di sicuro sa che nella Firenze alluvionata prima di tutto tolsero il fango, poi rimisero in ordine gli archivi. Tolto il fango da Roma, ora voglio essere valutato per come rimetterò in ordine gli archivi”. Il sindaco spiega che le cose stanno cambiando: “Dopo l’arrivo di Orfini si respira aria fresca. Prima di lui con certi esponenti Pd si poteva parlare solo di posti e cariche. Ora invece discutiamo di progetti, buche stradali, piani industriali per Ama, Atac”. Marino nega l’ostilità del premier nei suoi confronti: “Letteratura. Renzi ha solo detto con il suo linguaggio crudo cose non vere”.

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