Roma, 29 lug. (LaPresse) – “Il Senato dice no all’arresto? E’ una schifezza! Un crimine! Peggio: uno stupido errore. Ho votato per l’arresto di Azzollini come avevo votato per le intercettazioni a suo carico. Sono certa che l’umore profondo del Paese e del Pd è con me e con quelli che hanno tenuto dritta la barra. Renzi stai certo: i voti che i tuoi interessati seguaci ti tolgono oggi li riporterò io perché sulla legalità non mi arrendo. Sempre che tu ci sia ancora ad accoglierli”. E’ quanto dichiara la senatrice Pd Lucrezia Ricchiuti, componente della commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie. “Se noi usciamo dai cuori e dal senso di appartenenza dei nostri elettori, di quelli che pagano le tasse, che lottano contro le prepotenze quotidiane, di quelli che sperano nell’Italia migliore facciamo male al Paese e facciamo male a noi stessi”, aggiunge Ricchiuti.
“Oggi non è un bel giorno per il nostro Senato. Non lo è mai quando un suo membro viene innanzi all’aula per essere inviato agli arresti domiciliari o salvato da essi – continua Ricchiuti -, vorremmo che ci si giudicasse l’un l’altro in questo Senato per le capacità, per la correttezza, per lo spessore politico e culturale. Il senatore Azzollini ha certamente talune di queste qualità, non ho difficolta a riconoscerlo. Le ha mostrate a me sul lavoro legislativo e le ha mostrate a tutti. Il punto però oggi è un altro, come dice chiaramente la relazione del senatore Stefàno: la richiesta di arresto è connotata o no da un intento persecutorio nei confronti di un collega?”. La senatrice Pd sottolinea che è “solo questo l’oggetto del nostro giudizio. E la risposta è, con ogni evidenza, negativa”.
E aggiunge: “Nell’inchiesta condotta nei confronti di Azzollini non c’è niente, nulla di nulla, che possa far pensare che i magistrati siano in malafede, siano politicamente motivati, abbiano commesso errori macroscopici nelle indagini. Il senatore Azzollini è sicuramente in rapporti poco chiari con la Divina provvidenza e vi sono ampi margini per approfondire una situazione che dire opaca è dire poco. Vari mesi fa votai per la concessione delle intercettazioni a carico del collega e i fatti mi danno ragione”.
“Un’ultima parola la voglio dire ai miei colleghi di gruppo: attenti amici e colleghi – aggiunge Ricchiuti -, stiamo molto attenti alle condotte che assumiamo e alla coerenza che mostriamo al nostro elettorato. Nella giunta delle elezioni e delle immunità il nostro gruppo ha votato per l’arresto perché aveva letto le carte ed esaminato il caso in modo scrupoloso. Che cosa è cambiato tra l’esame in giunta e oggi? Perché oggi è data libertà di coscienza? Che differenza passa tra questo caso e i casi di Genovese e Galan alla Camera? E che differenza passa tra questo caso e il caso della fine della scorsa legislatura su Luigi Lusi? Ecco, vi avverto amici e colleghi del Pd, come disse qualcuno, talora votare e scegliere male è peggio di un delitto, è un errore!”.