Bolognesi, strage 2 Agosto: Si vuole bloccare legge contro depistatori

Bologna, 27 lug. (LaPresse) – “Visti i depistaggi che ancora oggi emergono nelle indagini in corso in Italia, è chiaro l’interesse a bloccare una legge che mette in carcere i depistatori”.

Ad affermarlo è Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione ‘2agosto80’ che riunisce i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna. Bolognesi, eletto nelle liste del Pd, ha rivolto una petizione al presidente del Consiglio, chiedendo, in rappresentanza dei familiari delle vittime che il Governo “rispetti le promesse fatte nell’anniversario dell’eccidio: risarcimento e indennizzo, l’introduzione nel codice penale del reato di depistaggio e la reale declassificazione delle carte sulle stragi da parte di ministeri e servizi segreti”.

Bolognesi, nel testo della petizione, racconta la storia “dei rinvii del Governo” sulle tre richieste portate avanti da anni dall’associazione.

I risarcimenti: “Nel 2004 – spiega – è stata votata la legge 206 a favore delle vittime del terrorismo e delle stragi che, però, non è mai stata completamente attuata perché il Governo sosteneva ci fossero da risolvere delle criticità. Il 2 agosto 2013, il ministro Graziano Delrio ci ha assicurato che, entro settembre, tutto si sarebbe risolto. Non è avvenuto. Nell’aprile 2014, il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, ha assicurato che, nella successiva legge di Stabilità, la questione sarebbe stata risolta. L’Inps, però, non vuole applicare le disposizioni del Governo. Ad oggi stiamo ancora aspettando. Questo è il trattamento vergognoso subìto dai familiari delle vittime e dai feriti contro il quale ci battiamo”.

Il reato di depistaggio: “Mi sono impegnato perché il depistaggio diventi un reato del codice penale – racconta Bolognesi – . Il 2 agosto 2013 il ministro Delrio ci ha assicurato che la legge avrebbe avuto una corsia preferenziale. Non è avvenuto. E’ arrivata alla Camera solo nell’ottobre 2014 e abbiamo combattuto a spada tratta perché si votasse. E’ passata al Senato per l’approvazione finale. Ci hanno assicurato che presto sarebbe stata discussa. Non è ancora avvenuto ed è rimasta ben chiusa in un cassetto“.

“Visti i depistaggi che ancora oggi emergono nelle indagini in corso in molte parti d’Italia, – accusa Bolognesi – è chiaro l’interesse a bloccare una legge che mette in carcere i depistatori. Ma noi non intendiamo arrenderci”.

Segreto di Stato: “La direttiva Renzi sul segreto di Stato e sull’apertura degli archivi arriva nell’aprile 2014 – spiega Bolognesi -. Obbliga archivi di ministeri e servizi segreti a depositare i documenti sulle stragi all’Archivio di Stato. Un’operazione di verità, si dice. Non avviene“.

“L’intenzione politica – mette in chiaro – è buona, ma il comportamento degli apparati no e, per un anno – come associazioni -, abbiamo ripetuto inutilmente al Governo che ci sono alcune correzioni da fare. In sostanza è come se si fosse detto al ladro di consegnare la refurtiva e sperato che lo facesse. Infatti, gli stessi apparati, che fino ad oggi hanno tenuto ben chiuse le carte sulle stragi, sono gli stessi a cui la direttiva affida il compito di renderle pubbliche”.

“Non era questo l’obiettivo della direttiva – conclude Bolognesi -, senza nessun controllo esterno, lasciando a ministeri e servizi segreti la possibilità di preselezionare gli atti e scegliere cosa versare. Senza che si conosca l’elenco dei documenti effettivamente presenti negli archivi. Chiediamo che la direttiva venga migliorata affinchè gli apparati non la svuotino del suo significato”.