Roma, 26 lug. (LaPresse) – “La metropolitana di Roma e il sito di Pompei possono sembrare molto diversi fra loro. Ma hanno anche qualcosa che le mette sullo stesso piano. Sono beni comuni, appartengono alla collettività. E quindi credo sia giusto far rientrare la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali in modo da proteggerli meglio da quelle iniziative di protesta, non sempre legittime, che finiscono per danneggiare il Paese”. E’ quanto afferma in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Graziano Delrio che però mette le mani avanti: “La mia è un’osservazione personale e la materia non è di mia diretta competenza. Ma non sono il solo a pensarla così ed è opportuno procedere alla svelta”.

Sui ritardi dei mezzi pubblici romani delle ultime settimane Delrio parla di eventi in qualche caso “dolosi” perché, spiega, “una cosa è chiedere un contratto collettivo, una cosa è volere regole più chiare sulla formazione e l’aggiornamento. Un’altra è timbrare il cartellino e poi non lavorare come il contratto impone. Chi non rispetta le regole non sta protestando ma sta facendo un atto di sabotaggio, di spregio verso il bene pubblico. Con loro si deve essere molto duri, nessuna timidezza”. Quanto alla proposta di privatizzazione dell’Atac, avanzata dal sindaco di Roma Ignazio Marino, Delrio dice: “In generale sono favorevole. Quello del trasporto pubblico locale è un settore a basso rendimento, con i bus e i tram non si fanno soldi. Fare entrare aziende che si occupano anche di altri servizi, magari più redditizi, può essere d’aiuto”. Poi annuncia: “Ci saranno incentivi nella riforma sul trasporto pubblico che spero di presentare prima della pausa estiva”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: , ,