Renzi: Giù le tasse di 50 miliardi in 5 anni Ecco un nuovo ‘patto con gli italiani’

Roma, 19 lug. (LaPresse) – “E’ un patto che propongo agli italiani: se le riforme vanno avanti, noi saremo finalmente in condizioni di abbassare le tasse di 50 miliardi in cinque anni“. Lo ha detto il premier Matteo Renzi in una intervista al Tg2 nella quale ha snocciolato numeri e punti salienti del suo programma di riforme e rilancio del Paese per i prossimi tre anni.

“Abbiamo sempre detto che se finalmente dopo tanti anni di immobilismo il Parlamento fa le riforme per gli italiani si libera la possibilità di pagare meno allo Stato – ha proseguito Renzi -. Abbiamo iniziato con gli 80 euro, poi abbiamo proseguito con l’Irap e il costo del lavoro. Se le riforme andranno avanti, e credo di sì, nel 2016 andranno via tutte le tasse della prima casa, Imu e Tasi, nel 2017 via una parte dell’Ires, nel 2018 scaglioni Irpef e pensioni“.

“Tutti quelli che dicevano ‘non ce la farete mai’ dovrebbero chiedersi come mai sugli 80 euro ce l’abbiamo fatta e sul costo del lavoro ce l’abbiamo fatta. La possibilità di farcela l’abbiamo studiata, siamo al lavoro su questo piano da oltre sei mesi. Per anni i politici hanno detto: ‘vi tassiamo vi tassiamo vi tassiamo’. Da quando siamo al Governo noi abbiamo iniziato a restituire”.

“Se finalmente diamo un messaggio di fiducia, l’Italia smette di essere il Paese delle lamentele e torna a essere la locomotiva d’Europa. Se ce le facciamo penso che le opposizioni dovrebbero essere felici, perché se ce la facciamo ce la fa l’Italia. I numeri per portare a casa questo risultato, continuando ad abbassare il debito, ci sono a condizione che il Parlamento continui a lavorare con intensità. Pensi ai decreti sullla Pubblica amministrazione”.

“Elimineremo da settembre molti carrozzoni pubblici – ha concluso Renzi – perché ancora lo spazio per fare la revisione della spesa c’è. Ma ci vuole coraggio ed energia.
Bisogna spendere meglio i soldi che ci sono: voi aprite il giornale e trovate un giudice che blocca un’azienda, un ricorso che blocca un appalto, gli errori della politica che bloccano alcuni fondi europei. Bisogna essere decisi in Europa ma anche capaci finalmente di sbloccare le opere pubbliche in Italia