Roma, 13 lug. (LaPresse) – “L’assunto che la macchina amministrativa pubblica sia sostanzialmente marcia e che i tentativi di governo si infrangono contro questa realtà” è “in gran parte vero, ma è anche una sorta di De profundis sull’Italia con cui non sono d’accordo”. Lo scrive in una lettera al ‘Corriere della Sera’ il sindaco di Roma Ignazio Marino, in risposta a un articolo di Ernesto Galli della Loggia pubblicato ieri sul quotidiano. “In molti siamo animati da passione e determinazione per cambiare le cose ed esiste una classe dirigente moderna dotata di capacità che ha avviato profonde e radicali riforme – aggiunge il primo cittadino -. E’ quanto in atto da due anni a Roma e che il governo di Matteo Renzi sta facendo nello Stato. La resistenza strenua ad ogni tipo di innovazione, le eredità negative esistono certamente e sono fortissime ma arrendersi è una scelta che non farò mai”.

Continua Marino: “Ciò che ho fatto è stato rompere le vecchie incrostazioni di favoritismo e familismo (queste sì un cancro lasciato da una destra e da un consociativismo segnati dalle inchieste giudiziarie su parentopoli e collusioni con la mafia), per introdurre il merito come stella polare nelle scelte che riguardano l’amministrazione”.

Per quanto riguarda, invece, il giudizio espresso da Galli della Loggia sulla sua persona, il sindaco tronca la polemica sulla sua ‘romanità’: “E’ stucchevole – conclude -: questa sì è frutto di un campanilismo provinciale: essere romani da sette generazioni non garantisce una migliore capacità di governo”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: