Roma, 8 lug. (LaPresse) – È in corso nell’aula della Camera l’esame del disegno di legge di riforma della scuola, si sta procedendo all’esame e alla votazione degli emendamenti. La discussione generale si è conclusa martedì in tarda serata e ha visto l’intervento, in sede di replica, della ministra Stefania Giannini.
Le proposte di modifica, ridotte a circa 70 dopo la decisione della Presidenza di “procedere a votazione per principi o riassuntive” in base all’art. 85-bis del Regolamento, saranno votate entro questa sera. Il voto finale sul provvedimento è previsto per domani.
“Con la Buona Scuola abbiamo rimesso l’istruzione al centro del dibattito politico. Abbiamo stanziato risorse, 3 miliardi in più all’anno, per restituire normalità alla scuola italiana. Questo significa dare la certezza a chi dirige una scuola, fin dall’inizio di ogni anno scolastico, del corpo docente di cui può disporre, significa dare a insegnanti, studenti e famiglie la certezza di quale progetto formativo ogni singola scuola sarà in grado di sviluppare”. Così, su Facebook, la ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha sintetizzato il suo intervento in chiusura della discussione generale sul provvedimento.
“Fratelli d’Italia porterà avanti in aula la battaglia contro questa presunta riforma della scuola, che in realtà sottrae risorse e porta il clientelismo all’interno della scuola pubblica. Una riforma vergognosa, contro la quale siamo anche disposti a sostenere il referendum per l’abrogazione della norma”. E’ quanto ha detto il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, interpellata dai giornalisti alla Camera.
“L’insegnamento della teoria gender è un attacco feroce alla formazione, è sciacallaggio politico sulla pelle dei bambini. Per impedire questa vergogna la Lega ha già preparato la sua trincea: questa è una battaglia di civiltà. I bambini non si toccano”. A dirlo è il capogruppo leghista alla Camera Massimiliano Fedriga, intervenuto polemicamente in aula nel corso del discusso emendamento sulla chiamata diretta degli insegnanti da parte dei presidi.
“Questa scuola – prosegue – di qualità non ha niente, e non ha alcuna autonomia reale. Dimentica infatti il patrimonio delle storie locali, delle tradizioni, non ha alcun legame con i territori, non valorizza le diversità”.