di Donatella Di Nitto
Roma, 1 lug. (LaPresse) – Amber Heard sexy in rosso alla il ddl Boschi riprende il suo iter parlamentare. L’obiettivo è quello di superare il terzo passaggio in Senato entro il 7 agosto, prima della pausa estiva, tornare alla Camera e, come ha annunciato oggi il premier Matteo Renzi da Berlino, “fare il referendum nel giugno del 2016“. A un anno esatto dalle nottate a Palazzo Madama, quando la riforma Costituzionale era ancora tutta da costruire, dal punto di vista parlamentare, e dal rispolvero del famoso ‘canguro’, come strumento per sfoltire una valanga di emendamenti in aula, da domani il disegno di legge che abolisce il bicameralismo perfetto e distingue le competenze del Senato da quelle della Camera tornerà nelle mani di coloro che molto probabilmente alla prossima legislatura non ci saranno più. E’ stato convocato per domani alle 8.30 un ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, che stabilirà il timing dell’esame del ddl Boschi.
Ieri la presidente della commissione, Anna Finocchiaro, ha annunciato l’avvio dell’esame e ha avvertito: “Discutiamo con calma, senza considerare la data del 7 agosto come ultimativa”. In realtà il provvedimento, messo a riposo secondo i dettami della nostra Carta Costituzionale, si porta dietro un passaggio alla Camera che ha segnato una profonda frattura nel dialogo tra maggioranza e opposizione. Dopo un lungo braccio di ferro a Montecitorio il testo fu approvato senza che le opposizioni partecipassero al voto e con 357 voti favorevoli, in un’aula semivuota.
Dal 10 marzo però le distanze, anche all’interno del Partito democratico, sono rimaste le stesse, soprattutto nei confronti di quella minoranza dem che il Senato non elettivo proprio non lo manda giù. Miguel Gotor, bersaniano, ieri ha spiegato che “non è stata avviata alcuna trattativa per modificare il testo”. Una certa apertura a eventuali modifiche in Senato è stata più volte ribadita anche dal premier Renzi, per venire incontro alle richieste delle varie fazioni in seno al Nazareno, ma non sul Senato non elettivo. Su questo, che è il cuore della riforma, non si tratta. Intanto, però, i renziani doc esultano e già danno per approvata entro agosto la riforma. “Domani in 1ma commissione riforma #Senato, approvazione entro agosto, referendum a giugno 2016. Basta bicameralismo paritario. #lavoltabuona”. A scriverlo su Twitter il presidente della commissione Istruzione del Senato, Andrea Marcucci.
L’esame in commissione Affari costituzionali del Senato della riforma che modifica 40 articoli della Carta costituzionale inizierà quindi dagli articoli modificati alla Camera, lasciando in teoria nel cassetto quelli usciti intonsi dalla approvazione della prima lettura. Tra le novità approvate a Montecitorio una modifica alla maggioranza parlamentare necessaria a deliberare lo stato di guerra: spetterà alla sola Camera dare l’ok, ma per fare questo servirà la maggioranza assoluta dei voti e non più solo quella semplice.
Anche sui referendum cambiano le regole, per la raccolta firme e il raggiungimento del quorum, e viene introdotto il referendum propositivo o di indirizzo. E’ però sull’articolo 2 del provvedimento che le opposizioni e soprattutto le minoranze dem vorrebbero apportare qualche piccolo ritocco. L’articolo 2, infatti, è quello che abolisce il Senato elettivo, trasformandolo in una camera formata da 100 senatori, di cui cinque nominati dal presidente della Repubblica e gli altri 95 dai consigli regionali. Su questo si attende l’apertura del dibattito in commissione. Di certo la strada per l’approvazione della Riforma è ancora lunga.