Roma, 25 giu. (LaPresse) – Giorno decisivo per la riforma della scuola: il governo ha posto la questione di fiducia su un maxiemendamento, così da incassare l’ok del Senato e veder correre veloce il provvedimento verso l’approvazione alla Camera.

Caos nell’aula del Senato all’avvio della discussione generale sulla fiducia al ddl Scuola, accolto dai senatori con cori e fischi. Il presidente Pietro Grasso ha dovuto più volte richiamare all’ordine. La prima chiama sul provvedimento è prevista alle 16.
Grasso chiede alla senatrice Maria Mussini, del gruppo Misto, di togliersi la maglia con scritto ‘Diritto allo studio’ e la senatrice approfitta: “Devo spogliarmi?”. Il presidente risponde: “No senatrice le chiedo di rivestirsi”. Poi la capogruppo del Misto, Loredana De Petris, rilancia “chiediamo che la ministra ci degni di farci sentire la sua opinione se davvero ha lavorato su questo schifo di legge, tanto più che il Senato è stato cancellato, questa è la situazione a cui ci avete ridotto…”.

Da quanto si apprende, il maxiemendamento del Governo dovrebbe ricalcare la proposta di sintesi che era stata presentata dai relatori, Francesca Puglisi del Pd e Franco Conte di Ap, in commissione Istruzione al Senato. Il testo sarebbe frutto di un lavoro di sintesi degli oltre 2mila emendamenti presentati in commissione da tutte le forze parlamentari, comprese le opposizioni.

Hanno annunciato battaglia le opposizioni e già nel pomeriggio di ieri diverse polemiche sono arrivate dopo che i parlamentari si sono riuniti nell’aula del Senato per l’esame del disegno di legge di riforma della scuola. “Nel maxiemendamento che loro presenteranno non è stata cambiata una virgola della sostanza di questa riforma oscena”, ha denunciato la senatrice del M5s Michela Montevecchi. “Il compromesso al ribasso che esce su questa riforma è una moneta di scambio, avvenuto all’interno di quel congresso costante del Pd che è diventato il governo Renzi, che versa in uno stato confusionale”, ha fatto eco il senatore forzista Marco Marin.

Ma la maggioranza ha tenuto ferma la barra sulla riforma: “Dopo anni di marginalità, la scuola è tornata al centro del dibattito. Stiamo mettendo a fuoco le vere priorità del Paese”, ha detto Andrea Marcucci, senatore del Pd e presidente della commissione Istruzione. Marcucci rimanda al mittente le accuse delle opposizioni, sottolineando il forte ruolo del Parlamento avuto nel miglioramento della riforma. “Il testo licenziato dal governo è stato ampiamente modificato dalla Camera e, oggi, in Senato grazie al testo elaborato dai relatori”, ha detto, aggiungendo: “Mi auguro che il governo, se presentasse un maxiemendamento, si ispiri alle modifiche emerse in questo dibattito”.

Gli studenti contestano la fiducia al ddl. Per contestare il disegno di legge sulla ‘Buona scuola’, alcuni esponenti delle organizzazione sindacali di Roma e del Lazio e l’Uds, Unione degli studenti, hanno effettuato alcuni blitz all’alba di oggi al Miur e in altri luoghi simbolo della capitale come il Colosseo, Ponte Garibaldi, Ponte Milvio, Piramide e San Pietro in Vincoli con l’obiettivo, si legge in una nota, “di avviare una nuova fase di lotte in difesa della scuola pubblica nel giorno dell’imposizione del voto di fiducia al Senato”.

“Il Governo Renzi vuole imporre con un atto di forza – è chiarito nella nota – un provvedimento che non ha mai tenuto conto dei bisogni e delle voci del Paese reale. Il risultato è una riforma che rischia di accrescere le diseguaglianze già presenti all’interno del sistema nazionale di istruzione, fondata su un modello autocratico e clientelare. Una scuola che insegue la competizione invece di perseguire la cooperazione garantendo eguali opportunità per tutti”. Secondo studenti e sindacati è necessario ripartire da sette priorità: “un nuovo diritto allo studio per raggiungere la piena gratuità dell’istruzione; un’alternanza scuola-lavoro finanziata e qualificata; finanziamenti per il rilancio della scuola pubblica; una riforma della valutazione in chiave democratica; investimenti sostanziosi sull’edilizia scolastica; un ripensamento radicale dell’autonomia scolastica; una riforma dei cicli scolastici, dei programmi e della didattica”.

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