Roma, 23 giu. (LaPresse) – E’ un Ignazio Marino diverso quello degli ultimi giorni. Se alla festa dell’unità, sabato sera, l’ha ‘toccata pianissimo’, per usare il gergo calcistico, dicendo alla destra di Alemanno di tornare dalle fogne da cui è arrivata, alla festa di Sel a Garbatella ha usato argomenti più sottili. Alle tensioni con il premier-segretario e alle voci sul presunto addio dell’assessore ai Trasporti, il renziano Guido Improta, il sindaco di Roma ha risposto usando la tesi preferita del suo apparente avversario Matteo Renzi: “questa continua rappresentazione di contrasti e conflitti fa male all’Italia”, ha detto, specificando poi che Improta “non ha sbattuto nessuna porta” e che, anzi, dopo due ore di lavoro si sono dati appuntamento ai prossimi giorni. Marino ha quindi sottolineato: “Io non vivo alcun conflitto con Matteo Renzi”.
Il monito del sindaco era rivolto ai media, certo, ma il messaggio poteva essere tranquillamente indirizzato al governo: con precisione da chirurgo, il sindaco ha ribaltato la situazione. Alimentare polemiche è negativo per l’Italia, chi lo fa non fa il bene del Paese, questa la tesi. Un discorso già sentito, ma in altri contesti, quelli in cui è il presidente del Consiglio a dare speranza al Paese, schierandosi contro i cosiddetti “gufi”. Di fronte al pericolo ogni animale elabora strategie inaspettate, lo stesso pare essere accaduto al primo cittadino di Roma. Dopo le zampate da leone date in casa alla festa dell’unità, Marino sta affinando armi più sottili, mostrando una tempra e doti inaspettate. Se domenica è andata in scena la difesa vibrante dell’uomo probo, martedì si è intravisto il politico più raffinato.
Colpito dal fuoco amico – con l’eccezione del commissario del Pd capitolino Matteo Orfini, cui è stata assegnata la scorta – Marino ha scelto la festa di Sel per proseguire la sua apologia, cominciata domenica alla festa dell’unità di Roma. Dal palco della Garbatella – dove è stato applaudito anche se con meno enfasi che dai democratici – ha ribadito la propria fiducia nel partito di Nichi Vendola, dicendosi convinto che Sel “è e sarà una compagna schietta, leale e trasparente”. Marino ha citato più volte il coordinatore capitolino di Sel Gianluca Peciola e il vicesindaco Luigi Nieri, la cui permanenza in giunta era data in forse. Interrogato in merito, Nieri, seduto in prima fila, ha poi specificato che “è il sindaco a decidere la squadra” e Marino “è stato molto preciso”. All’ipotesi di un rimpasto di giunta, poi, il primo cittadino ha risposto che “va avanti con i campioni che ha”, elogiando i suoi “ottimi assessori che si sono quasi messi in aspettativa dalla propria vita personale”. L’ultima parola buona è stata sull’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, che in mattinata aveva consigliato a Marino di aprire la maggioranza all’opposizione. “Rutelli? – ha detto il sindaco – Un politico del secolo scorso”. E anche qui è risuonata come un’eco lontana, una lieve somiglianza con un’altra ironia, molto renziana.