di Fabio De Ponte
Roma, 1 giu. (LaPresse) – Il Pd conquista cinque Regioni su sette, ma perde voti. Consolida la sua posizione il Movimento 5 stelle (che è il secondo partito in Liguria, Umbria e Marche), dimostrandosi davvero in grado di arrivare al ballottaggio alle politiche, mentre la Lega supera Forza Italia aprendo di fatto la sfida per la leadership del centrodestra. E’ questo il quadro tracciato dal voto delle elezioni regionali di domenica.
Il centrosinistra conserva la Toscana, dove c’erano pochi dubbi sul risultato, anche vista la frammentazione del centrodestra, ma pure la Puglia, “terra di Fitto e di Poli Bortone strappata – ha commentato il leader di Sel Nichi Vendola – a un destino fatale, a essere un laboratorio della destra”. E anche le Marche, dove gli elettori hanno penalizzato il presidente uscente, passato dalle file del Pd a quelle di Forza Italia, Gian Mario Spacca, arrivato addirittura quarto, dopo M5s e Lega. In cassaforte anche (al fotofinish) l’Umbria.
TRA IMPRESENTABILI E FUOCO AMICO. Sulle due regioni che contavano di più, Campania e Liguria, il risutato è stato uno a uno. Vincenzo De Luca è il nuovo presidente della Campania, nonostante la lista di impresentabili della commissione Antimafia voluta da Rosy Bindi, ma in Liguria vince il centrodestra di Giovanni Toti, complice la spaccatura nel Pd e la candidatura di Luca Pastorino alla guida di una lista di sinistra. Male per il partito del presidente del Consiglio è andata anche in Veneto, dove l’ex portavoce di Bersani, Alessandra Moretti, non prende neanche la metà dei voti del presidente uscente leghista Luca Zaia, che viene riconfermato con oltre il 50% dei consensi.
RENZI: BILANCIO MOLTO POSITIVO. Si tratta comunque di un bilancio “molto positivo” per il premier Matteo Renzi, che spiega: “Oggi sono cinque le Regioni guidate dal Pd e dal centrosinistra. Si è passati in un anno dal 6 a 6 ad un sonoro 10 a 2 sul centrodestra”. E annuncia: “Dopo il voto di ieri andiamo avanti, dunque, con ancora maggiore determinazione nel processo di rinnovamento del partito e di cambiamento del Paese”.
Un risultato che potrebbe anche essere 11 a 1, dicono i vertici del partito, accusando i dissidenti di aver consegnato la Liguria al centrodestra: “Perdiamo in una Regione – dice il vicesegretario Lorenzo Guerini – e perdiamo perché un pezzo di centrosinistra, per costruire nuovi equilibri politici, ha consegnato quella regione alla destra”.
Ribatte il dissidente Stefano Fassina: “Perdiamo 600mila voti rispetto alle regionali del 2010. Perdiamo oltre 2 milioni di voti rispetto alle europee. Sento dire dai vertici del partito che siamo premiati addirittura dal voto delle regionali. Se questa è l’analisi siamo su un altro pianeta”. E sulla Liguria attacca: “Si cerca in Pastorino il capro espiatorio. Si confondono le cause con le conseguenze. Quel pezzo di Pd che ha votato Pastorino non avrebbe votato neanche sotto tortura la Paita”.
Intanto nel Movimento 5 stelle si stappano bottiglie: “Grazie, Danke, Merci, Thank you agli italiani che ci hanno votato”, scrive Beppe Grillo, euforico per un risultato che evidentemente non considerava scontato. E rilancia: “Il prossimo ringraziamento sarà alle politiche.
Un giorno del ringraziamento con il tacchino del Pd nel forno”. Mentre la sua candidata in Campania, Valeria Ciarambino, annuncia: “Ci riserviamo di agire anche attraverso la legge” contro De Luca.
SALVINI SODDISFATTO. Molto soddisfatto dell’esito delle urne anche il segretario della Lega Matteo Salvini, tutto concentrato nella sua corsa verso la guida della coalizione di centrodestra: “Berlusconi – dice – è uomo saggio, i numeri li legge come li leggo io. Sarà lui a decidere chi deve sfidare Renzi”. Un sorpasso, quello della Lega che brucia dalle parti di palazzo Grazioli, se già mette le mani avanti il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta: “Quando la Lega era una frazione di Forza Italia – dice – noi abbiamo dato, con la generosità e la lungimiranza di Berlusconi, alla Lega il Piemonte, la Lombardia e il Veneto, e la Lega era al 4,al 5, al 6, all’8%. Adesso Lega e Forza Italia sono più o meno alla pari, e allora io a Salvini chiedo prossimamente Piemonte, Lombardia e Veneto per avere lo stesso trattamento, e mi aspetto da Salvini la stessa generosità e la stessa lungimiranza di Berlusconi”.
L’alleanza vedrebbe favorevoli i cugini di Fratelli d’Italia, con Ignazio La Russa che, come condizione, pone solo la necessità di evitare tentazioni di nuovi patti del Nazareno, formando una “coalizione sinceramente e profondamente alternativa alla sinistra”.
Di tutt’altro avviso è Fabrizio Cicchitto, di Ncd, secondo il quale “un centrodestra a trazione salviniana è quanto di meglio si possa augurare il centrosinistra perché tra Renzi e Salvini vincerà sempre Renzi”.