Dalla nostra inviata Donatella Di Nitto
Londra (Regno Unito), 28 mag. (LaPresse) – “La mia impressione è affidata ormai al voto dei cittadini britannici. Sarebbe irriguardoso non tenerne conto. Tante volte la Gran Bretagna ha superato momenti impegnativi, supererà anche questi”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella risponde a Londra ai cronisti che gli chiedono se abbia l’impressione che anche dopo il referendum annunciato da David Cameron, nel quale si chiederà agli inglesi se vogliono rimanere all’interno dell’Unione Europea, gli inglesi confermeranno la volontà di rimanere in Ue.
Ue, progetto ancora in corso. Quello dell’Unione europea è “un progetto che non può tuttavia ancora considerarsi pienamente realizzato e che, anzi, per molti aspetti, si palesa ad occhi esterni con i connotati tipici di un ‘cantiere in costruzione'”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento alla London School of Economics. “Prendo oggi la parola di fronte a voi – ha spiegato il capo dello Stato – in qualità di presidente di uno degli Stati fondatori del progetto europeo, avviatosi il 18 aprile 1951 con la firma del Trattato Istitutivo della Comunità del Carbone e dell’Acciaio. Un progetto europeo che, nel corso degli anni, ha potuto avvalersi del valido apporto di tanti e, certamente, del prezioso contributo di molti cittadini del Paese che oggi ci ospita, a partire da Winston Churchill, tra gli ispiratori, con il suo discorso all’Università di Zurigo, nel 1946, della causa degli ‘Stati Uniti d’Europa’”. Oggi siamo quindi di fronte a cimenti rinnovati, ai quali apparirebbe inadeguato e quasi puerile far fronte con la fuga, tornando sui propri passi”
Sbarchi, emergenza epocale. “Il principio della “crisi come motore di sviluppo” sta trovando applicazione non soltanto in campo economico e finanziario, ma anche nella gestione della crisi migratoria – un’urgenza speciale per le dimensioni del fenomeno e per la sua drammaticità – su cui l’Europa sta solo adesso iniziando a sviluppare una politica comune”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo discorso alla London School of Economics. “Occorre interrogarsi, sulle ragioni di fondo dei fenomeni all’origine di una situazione che appare senza precedenti – aggiunge il capo dello Stato – se non risalendo alla situazione dei profughi immediatamente successiva alla conclusione della Seconda guerra mondiale ed ai biblici movimenti di popolazione indotti dai processi di indipendenza di alcuni Paesi. Solo così le soluzioni e le politiche da mettere in atto potranno essere lungimiranti riflettendo sulle cause dei flussi migratori”.
L’incontro con Hammond. Un colloquio cordiale ma anche molto franco. Così fonti del Quirinale hanno definito l’incontro tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il ministro degli Esteri del governo Cameron, Philip Hammond,avvenuto nel primo pomeriggio negli uffici dell’ambasciata italiana a Londra. Molti i temi trattati in circa mezz’ora di colloquio, durante il quale è stato ovviamente trattato il tema dell’integrazione all’interno dei confini dell’Unione europea. Proprio su questo tema, sintetizzano le stesse fonti, Hammond si è detto “strabiliato della tolleranza che ha mostrato il popolo italiano” sul fronte dell’immigrazione clandestina, ma per quanto riguarda l’integrazione il ministro britannico ha precisato che chi vuole procedere verso questa strada in Europa è libero di farlo, Gran Bretagna però prenderà un’altra strada.
Sul tavolo anche la difficile situazione in Libia con il presidente della Repubblica che ha ribadito i rischi per l’Europa qualora il terrorismo di radicalizzi sul territorio. Entrambi hanno comunque alla fine concordato su una strategia comune dei paesi confinanti le zone a rischio che coinvolga anche paesi con gli Emirati arabi, per fare in modo di convincere le fazioni della Libia a trovare un accordo. Al suo arrivo in ambasciata Mattarella ha incontrato oltre allo staff della residenza le eccellenze italiane, come il nuovo direttore della National Gallery, Gabriele Finaldi, gli ex ministri dell’Economia Vittorio Grilli, Fabrizio Saccomanni e Domenico Siniscalco, Lucrezia Reichlin, la scrittrice Simonetta Agnello-Hornby e il fondatore di Candy Crush, Riccardo Zacconi.