Di Laura Carcano
Roma, 28 mag. (LaPresse) – Raffaella Paita, detta Lella, spezzina, classe 1974, è candidata per il centrosinistra alla Presidenza della Regione Liguria. Nel 2013 entra nella Direzione nazionale del Partito Democratico a seguito dell’elezione a segretario nazionale Pd di Matteo Renzi. Paita, Assessore alle Infrastrutture, attività di protezione civile, difesa del suolo della Regione Liguria, definisce “una operazione un po’ cinica” quella di Luca Pastorino, ex Pd, ora con Rete a Sinistra, in corsa per la poltrona di governatore ligure.
DOMANDA. Perché la Liguria dovrebbe votare Lei e non Pastorino?
RISPOSTA. “Io ho un programma serio, molto articolato, concreto, fatto di proposte reali. Sarò più capace di garantire più stabilità e governabilità nei prossimi anni. Tutti i giorni Salvini interviene per insultare Alfano. Figuriamoci cosa accadrebbe il giorno dopo le elezioni se vincessero loro, sarebbe uno stillicidio in Consiglio regionale. Se vogliamo evitare una brutta destra che soffia sulla paura, come ha dimostrato Salvini, cercando di agitare il clima in una Liguria democratica e antifascista che non vuole allontanarsi da quei valori, dobbiamo cercare di votare e concentrare l’energia sull’unica forza in grado di mettere argine a una destra razzista e xenofoba e contrastare il centrodestra, cioè sul Partito Democratico e su di me come candidata alla Presidenza della Regione.
Pastorino arriverà quarto e votandolo si darà solo una possibilità in più a questa destra di vincere. Quello per Pastorino è un voto perso, che può rafforzare la destra. Se sarò eletta poi per la prima volta in 50 anni di regionalismo la Liguria può essere governata da una donna di 40 anni. E cercherò coinvolgere molte altre donne in questo percorso, su temi come l’accessibilità femminile al lavoro, asili e servizi sociali, per fare esprimere di più il talento delle donne, puntando sulla meritocrazia.
D. Quali sono le maggiori criticità in Liguria rispetto alla precedente consiliatura?
R. “Io ho fatto parte 4 anni di questa amministrazione di centrosinistra durata 10 anni. Porterò con me ciò che di buono è stato fatto, ad esempio difendere l’industria su scala nazionale, come la vicenda Fincantieri e Finmeccanica, Ilva. Un patrimonio prezioso che porterò con me. Ma cambierò quello che c’è da cambiare. Penso che sulla lotta alla burocrazia si debba fare di più e che sulla sanità bisogna abbattere le liste d’attesa del 50%.
E dobbiamo dare risposte in termini di servizi efficienti, a partire dagli anziani. Poi penso ad esempio a iniziative sul lavoro e alle infrastrutture: abbiamo sbloccato il Valico, ora vogliamo andare avanti sulla Gronda (la tangenziale di Genova, ndr)”.
R. “Fra i primissimi provvedimenti che adotterò ci sarà l’abolizione del listino dei nominati per l’elezione al consiglio regionale e, dopo che abbiamo già ridotto i vitalizi, quello di ridurre ulteriormente lo stipendio di assessori e consiglieri regionali, perché vogliamo essere credibili anche nel comportamento come politici, lanciando un segnale forte sulla riduzione dei costi della politica e sulla sua credibilità. Aiuteremo le aziende che assumono i giovani e le persone sopra i 50 che hanno perso il lavoro e che sono disperate. Realizzeremo le opere per affrontare il dissesto idrogeologico che sono state finanziate a livello nazionale: 400 milioni di investimento sono una cosa molto importante per l’area metropolitana genovese, che renderà possibile la messa in sicurezza definitiva de torrenti Bisagno e Fereggiano”.
D. Il centrosinistra in Liguria è diviso tra lei e Pastorino, l’elettore di centrosinistra perché dovrebbe votare lei?
R. “Pastorino parla di endorsement verso di lei da parte del centrodestra? Noi non abbiamo voluto alleanze con nessun partito che si richiamasse al centrodestra nei nomi, nei valori, nell’identità e abbiamo già dichiarato che dopo il voto non ci alleeremo al centrodestra. E abbiamo il programma più di sinistra che ci possa essere visto che aiuteremo le aziende che assumono i giovani e gli over 50 che hanno perso il lavoro. Mi dica Pastorino, quando arriverà quarto a questa competizione elettorale, se voterà o no con noi questi provvedimento fortemente di sinistra. E quelli sulla messa in sicurezza del Bisagno e del Fereggiano. Chi li voterà dimostrerà di essere davvero di sinistra. Noi che li abbiamo proposti pensiamo veramente di essere di sinistra. E poi il programma di Pastorino chi lo conosce? Io non lo conosco e nemmeno i liguri. Le uniche proposte di cui si discute sono le nostre, ma è giusto così, perché saremo noi a essere chiamati a governare questo territorio”.
D. Non crede che la divisione nel centrosinistra possa favorire il candidato del centrodestra?
R. “Il 31 di maggio si vota con il turno unico, non c’è il doppio turno e chi prende un voto in più governa la Liguria. Ci sono due possibilità, che vinca io o che vinca il candidato del centrodestra, Giovanni Toti. C’è chi spera solo che tutto vada male e non ha in mente i problemi della Liguria, ma ha in mente un disegno politico nazionale per cercare di rianimare Berlusconi. Il Pd è la sola forza capace di garantire la governabilità e di evitare che la destra vinca in Liguria. Agli indecisi quindi dico: ‘guardate che in ballo non ci sono disegni nazionali, ma il futuro dei liguri’.
In Liguria c’è la battaglia più dura perché si è tentato di non parlare dei problemi dei liguri, ma di provare esperimenti e laboratori sulla testa e sulla pelle dei cittadini. Sono operazioni un po’ ciniche, che non hanno nulla a che fare con gli interessi della Liguria e dei liguri. La nostra è la battaglia più dura, quella più faticosa, ma noi la combattiamo fino all’ultimo, perché siamo consapevoli di essere l’unica possibilità perché questo territorio rimanga nelle mani del centrosinistra,. E siccome Pastorino arriverà quarto, dargli il voto significa aiutare Toti e io non credo che questo territorio meriti Salvini e Toti al governo”.
D. Renzi ha detto: ‘Non dobbiamo consentire a qualcuno di fare della Liguria il laboratorio del bertinottismo 2.0’. Che ne pensa?
R. “L’episodio di Bertinotti – ricordiamocelo- lo abbiamo pagato caro. Con 20 anni di governo Berlusconi. Il progetto di Pastorino di rottura a sinistra somiglia tanto a quello che Bertinotti fece: far vincere Berlusconi per 20 anni in questo Paese”.