Regionali, -7. Riflettori sulla Liguria, Renzi a La Spezia

Di Fabio De Ponte

Roma, 24 mag. (LaPresse) – Si sposta in Liguria l’attenzione della politica per le elezioni regionali in programma tra sette giorni esatti, domenica 31 maggio. Domani il premier Matteo Renzi sarà a La Spezia. E’ atteso alle 12.30 ai cantieri Baglietto, specializzati nella produzione di yacht plananti in alluminio in viale S.

Bartolomeo. Poi sarà al campetto Lina Fratoni, in località Limone, in Via Montegottero, con la candidata Raffaella Paita. Un ritorno alle origini, perché proprio questo, fa sapere il Pd locale, è “il posto in cui Lella Paita è cresciuta politicamente e ha servito ai tavoli delle Feste dell’Unità”.

Negli ultimi giorni si stanno moltiplicando gli appelli nel centrosinistra a far convergere il voto sulla Paita. Tra gli altri è arrivato quello del sindaco di Torino Piero Fassino, che venerdì sera è stato alla Manifattura Tabacchi di Sestri Ponente. “Ogni voto diverso da quello al Pd – ha detto – rischia di favorire il centrodestra”. Quello della Liguria, infatti, per il centrosinistra è un voto piuttosto in bilico, perché si presenta diviso. Accanto a quella della Paita, c’è la candidatura di Luca Pastorino, che ha l’appoggio di Sel, Prc, Pdci e Lista Doria. Civatiano, il volto di bandiera della “sinistra masochista”, come la definisce Renzi, raccoglie i voti di chi appoggiava Sergio Cofferati, che dopo essere stato sconfitto alle primarie ha lasciato il Pd accusando brogli e denunciando la partecipazione di gruppi di immigrati indirizzati dai sostenitori della sua avversaria e di elettori di Ncd.

Per sostenere Pastorino, è stato in Liguria lo stesso leader di Sel Nichi Vendola. “Il Pd di Renzi e Paita – ha detto – rincorre il vecchio centrodestra per reclutare personale politico impresentabile.

Qui in Liguria contro Toti e Paita, due facce della stessa medaglia, è in campo la candidatura di Luca Pastorino per Rete a Sinistra, un laboratorio che vuole far nascere un nuovo soggetto politico”. Contro questa ipotesi scende in campo Gianni Crivello, assessore alle manutenzioni della giunta del sindaco di Genova Marco Doria, che del Pd non è, ma secondo il quale che è meglio usare “il buon senso”. “Ho sentito Vendola dire – spiega – che da qui può partire il laboratorio di un nuovo soggetto politico nazionale ma non possiamo costruire un progetto sulla pelle dei liguri. Bisogna essere realisti”.

Ma anche per il centrodestra la strada non è in discesa. E’ vero che si presenta unito, con la Lega che ha rinunciato al proprio candidato per appoggiare quello proposto da Forza Italia, ma è anche vero che Toti è poco conosciuto sul territorio e non appare come una figura in grado di coaugulare consensi oltre quelli che convergeranno su di lui per la coalizione che rappresenta.

E comunque per Forza Italia l’appoggio della Lega non sarà gratis. Oggi il segretario Matteo Salvini ha fatto capire ancora una volta che la sua intenzione è arrivare a una coalizione di centrodestra guidata dal Carroccio. “Domenica prossima – ha annunciato – penso che la Lega sarà il primo partito politico alternativo a Renzi e alla sinistra. Se gli elettori dovessero andare a votare la Lega e noi saremo secondi, io ci sono, non mi tiro indietro”. Con Silvio Berlusconi, ha spiegato, dopo le regionali, vorrei “metterci a un tavolo e ragionare”. “Non penso ai partiti unici – ha puntualizzato -. Mi piacerebbe fare una mega consultazione, mi piacerebbe che siano le piazze a decidere su quali battaglie il centrodestra deve concentrarsi prima ancora di scegliere i leader”.

Intanto un altro fronte caldo rischia di aprirsi questa settimana, rinfolando le polemiche sugli ‘impresentabili’ che ha tenuto banco negli ultimi giorni. La commissione antimafia presieduta da Rosy Bindi, tra le più accese dissidenti della fronda anti-renziana del Pd, ha compiuto una analisi di tutti quei candidati che negli ultimi giorni sono finiti sui giornali, tra inquisiti, fascisti, personaggi in odore di camorra, trasformisti. Tutta gente che, in realtà, non avrebbe problemi con la legge Severino se eletta. Ma “l’etica della politica non è misurabile solo con gli atti giudiziari”, spiega Bindi, e annuncia i risultati dell’indagine per martedì.

Risultati che minacciano di coinvolgere nelle polemiche, dopo la Campania (e la Liguria, con le accuse di brogli alle primarie) ora anche la Puglia. Sei dei nomi giudicati dalla commissione inadatti alle elezioni infatti sarebbero proprio pugliesi: quattro del centrosinistra e due in appoggio a Francesco Schittulli. E non è finita, perché la procura di Bari ha aperto un’inchiesta sulla presunta esistenza di un tariffario per remunerare rappresentanti di lista e procacciatori di preferenze. L’emittente locale TgNorba ha trasmesso un servizio nel quale il collaboratore di un comitato elettorale diceva che i rappresentati di lista riceverebbero una somma dai 30 ai 50 euro, sulla base dei voti attribuiti.

Sulla questione della moralità in politica non si placa neanche la polemica a distanza tra Renzi e lo scrittore Roberto Saviano. Se il premier aveva ribattuto alle osservazioni di quest’ultimo dicendo che la camorra “non si combatte con un bell’articolo di giornale”, ma offrendo opportunità di lavoro, oggi è arrivata la replica dell’autore di ‘Gomorra’: “Renzi si è chiuso alla società civile dopo la vittoria alle elezioni europee, sta parlando solo ai suoi. L’Italia è come Game of Thrones. Io faccio questo di mestiere: racconto, sollecito. Quindi critico, altro che gufo. Il Pd – conclude – non può rimanere nella logica per cui si dice signorsì o si sta gufando: bisogna crescere. Per farlo è necessario il muscolo del confronto”.