Strage Capaci, Mattarella: Giovani, la mafia può essere sconfitta

Palermo, 23 mag. (LaPresse) – “Carissimi giovani, noi siamo qui, anzitutto, per dire che la mafia può essere sconfitta. Siamo qui per rinnovare una promessa: batteremo la mafia, la elimineremo dal corpo sociale perché è incompatibile con la libertà e l’umana convivenza. E perché l’azione predatoria delle varie mafie ostacola lo sviluppo, impoverisce i territori, costituisce una zavorra non solo per il Meridione ma per tutta l’Italia”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dall’aula bunker del Carcere di Ucciardone a Palermo, in occasione della cerimonia ‘Palermo chiama Italia. Riprendiamoci i nostri sogni’, organizzata nel 23esimo anniversario delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio.

“La memoria di Falcone e di Borsellino è tutt’uno con questo impegno e con questa speranza – ha aggiunto il capo dello Stato -. Impegno da affrontare insieme, con spirito di solidarietà e con un rigore nei comportamenti, da applicare anzitutto a noi stessi. Dobbiamo guardare sempre con spirito di verità alla realtà che ci circonda, anche quando la realtà è sgradevole. Ciò a cui non possiamo rinunciare è la riscossa civile”.

“Non possiamo rinunciare, non potete ragazzi rinunciare ad essere costruttori di una società migliore – ha sottolineato Mattarella -, la quale inevitabilmente passa per la partecipazione larga del nostro popolo, per la possibilità che le sue molteplici energie, solidali e democratiche, si possano esprimere con libertà effettiva, libere dal condizionamento delle mafie. Dobbiamo unire sempre più, contro la mafia, tutte le energie positive. E trarre il meglio da noi stessi e da chi ci sta vicino”.


QUESTIONE MERIDIONALE RIGUARDA TUTTA ITALIA – “Stiamo vivendo, finalmente, dopo la crisi economica più dura e più lunga dal dopoguerra, una stagione segnata da una tendenza positiva in tutta Europa – ha affermato ancora il capo dello Stato -. Alla crescita che si inizia a registrare nelle Regioni del Nord e del Centro non corrispondono però indicatori simili nel Mezzogiorno d’Italia. Le distanze interne al nostro Paese si stanno pericolosamente allargando. Tra il Nord e il Sud. Tra i più ricchi e i più poveri. I giovani senza lavoro sono un numero intollerabile per un Paese civile. Sono fratture che ci interrogano come nazione e che dobbiamo affrontare da Paese unito”. “La nuova questione meridionale è una questione nazionale perché da essa dipende il nostro futuro e la collocazione dell’Italia in Europa – ha sottolineato -. Senza una nuova crescita delle Regioni del Sud, l’Italia finirà in coda all’Unione europea. Senza un investimento nell’innovazione nel Sud, e nei suoi giovani, la possibilità stessa di un nuovo sviluppo sostenibile sarà molto indebolita anche nel resto d’Italia. E senza sviluppo, senza fiducia, il rischio delle mafie sarebbe destinato a crescere”.