Roma, 19 mag. (LaPresse) – “La proposta dell’Agenda dell’immigrazione della Commissione Juncker è coraggiosa. Ma ho il timore che quando si arriverà all’approvazione definitiva, a partire dalla ripartizione delle quote, il documento verrà completamente spolpato”. L’ex ministro degli Esteri Emma Bonino commenta così, in un’audizione al Senato sulla crisi nel Mediterraneo, il piano messo a punto dalla Commissione europea.
“La proposta – continua Bonino – va sostenuta contro gli egoismi nazionali”. Il riferimento è ai Paesi che si oppongono al piano di redistribuzione degli immigrati per quote: Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca, oltre a tutti quelli dell’Est europeo. “La Francia ieri ha dato un altro colpo, aggiungendosi alla lista dei contrari”.
Più in generale, l’ex ministro auspica una revisione delle politiche di vicinato: “Serve una netta separazione tra le trattative con l’Est e quelle con il Sud. Ciò che vale per Paesi come la Georgia non può valere per la Tunisia”.
Non va dimenticato, insiste la Bonino, che le grandi crisi in Siria e in Libia rischiano di contagiare gli Stati confinanti: “Marocco, Algeria, Giordania e Libano sono Paesi di cui nessuno si sta occupando. Vanno aiutati prima che finiscano nel baratro”. Va inoltre tutelato il rapporto con ‘i vicini dei vicini’: Ciad, Eritrea e Niger, ad esempio, da dove arrivano grandi flussi di migranti”.
L’Italia, secondo Bonino, deve avere una posizione più credibile, “a cominciare dalla regolarizzazione di centri di accoglienza”. Quanto ai rapporti con l’estero, “in Italia il bilancio della politica estera è inferiore allo 0,2 del bilancio statale. Se continuiamo a tagliare e a pensare che occuparsi di esteri sia privilegio di qualche ambasciatore non riusciremo ad affrontare tempestivamente sfide come quella dell’immigrazione”.