Abu Mazen in Italia: incontra Mattarella e Renzi

di Fabio De Ponte

Roma, 15 mag. (LaPresse) – Solo silenzio dalle autorità italiane. E’ quello che resta alla fine di una giornata di incontri tra il presidente palestinese Mahmoud Abbas e i vertici del nostro Paese: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il premier Matteo Renzi e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.

Il leader palestinese, meglio noto come Abu Mazen, è stato accompagnato in giro per la capitale da un corteo diplomatico eccezionale. Venti le auto coinvolte: due quelle della delegazione diplomatica (a bordo di una delle quali si trovava lui stesso) e 18, tra vetture della sicurezza palestinese e della polizia italiana, quelle al seguito. Ad aprire il corteo, sfilato tutto il giorno tra la curiosità dei turisti, tre moto della polizia.

A palazzo Chigi, ultima visita della giornata, è stato accolto, finito il picchetto d’onore, da un affabile padrone di casa. “Sono molto, molto felice di averla qui”, ha detto il premier. “Il numero di governi che si sono succeduti in Italia è incredibile”, gli ha riferito tra le altre cose, conversando mentre lo accompagnava lungo la scalinata che conduce al primo piano, dove sono ospitati gli incontri bilaterali. Infine, prima di iniziare il colloquio vero e proprio, gli ha offerto un caffè.

Abu Mazen sarà domani da Papa Francesco, che lo accoglierà al palazzo Apostolico. Sarà quello il faccia a faccia di maggior peso della sua visita nella penisola. Il Vaticano, infatti, ha rotto gli indugi e ha deciso di riconoscere lo Stato palestinese. Tecnicamente si è trattato di una intesa per la libertà di azione della Chiesa, la sua giurisdizione sui luoghi di culto e le questioni fiscali. Intesa che, però, di fatto, riconosce l’interlocutore che la firma, cioè lo Stato palesinese. Un riconoscimento in effetti già in parte avvenuto con il voto sulla risoluzione Onu che riconosceva la Palestina Stato osservatore non membro nel novembre 2012. Ma a chiarire il peso della novità vale soprattutto la conferma del capo della sala stampa della Santa Sede, padre Lombardi. “Sì, è un riconoscimento che lo Stato esiste”, ha chiarito.

Un passo che non è piaciuto a Israele. Proprio oggi il nuovo governo di Benjamin Netanyahu ha ottenuto la fiducia in Parlamento, seppure con la maggioranza di un solo seggio. In campagna elettorale Netanyahu, che ha formato uno dei governi più di destra della storia del suo Paese, si è concentrato soprattutto sul tema della sicurezza ed è arrivato a promettere che, fin quando lui sarà alla guida del Paese, non permetterà la nascita dello Stato palestinese.

La questione, perciò, dal punto di vista diplomatico, è piuttosto scivolosa per l’Italia. Seguire l’esempio del Vaticano aprirebbe tensioni con Israele, mentre, dall’altro lato, mostrarsi freddi esporrebbe a critiche e all’accusa di farsi sorpassare dal Pontefice.

Complice anche la strage di Napoli, che ha richiesto l’attenzione del premier e lo ha costretto a cancellare gli impegni previsti nel capoluogo campano, il confronto a palazzo Chigi è terminato senza la classica conferenza stampa congiunta. Della giornata è rimasto solo un tweet di Gentiloni, che ha pubblicato una foto del suo incontro con Abu Mazen e questo messaggio: “Con il presidente palestinese Mahmoud Abbas. Una lunga amicizia tra Italia e Palestina”.