Roma, 21 apr. (LaPresse) – Le opposizioni scendono in campo contro l’Italicum e contro le sostituzioni operate dal Partito democratico in commissione Affari costituzionali. Proprio ieri sera l’ufficio di presidenza del gruppo Dem alla Camera ha ufficializzato la scelta di mettere in panchina dieci dissidenti , tra cui Bersani, Bindi, Cuperlo e D’Attorre. “Una deportazione” ha commentato il capogruppo di Fi, Renato Brunetta, che ha poi annunciato che il gruppo azzurro si allineerà con M5S e Sel disertando i lavori dell’organismo guidato da Francesco Paolo Sisto (Fi). Scelta civica, che ieri aveva minacciato di abbandonare i lavori, questa mattina è tornata invece sui suoi passi e ha confermato che oggi alle 14,30 ci sarà per difendere i propri emendamenti.
All’appello mancano ancora Lega Nord e Fratelli d’Italia, che non è escluso che possano unirsi al gruppo come accaduto per le Riforme costituzionali quando in massa lasciarono l’aula di Montecitorio. Lapidario il vicepresidente del Pd, Lorenzo Guerini sulla protesta: “Mi pare che ci sia la volonta’ di strumentalizzare, di sottrarsi al confronto e di ricavare qualche beneficio politico in questo passaggio” e poi “sono sorpreso, non ne capisco la ratio”. L’Aventino però rischia di essere una protesta fine a se stessa visto che , secondo il regolato della Camera, le commissioni suppliscono il numero legale solo in sede legislativa, quando c’è bisogno della metà dei componenti per proseguire. La commissione che sta esaminando la riforma elettorale invece e’ in sede referente quindi basta un quarto dei componenti per proseguire l’esame della riforma e portarla tranquillamente in aula.I nomi che dovranno sostituire i dieci della minoranza Dem saranno resi noti oggi ad apertura dei lavori.
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