Città del Vaticano (Vaticano), 18 apr. (LaPresse) – Un colloquio durato poco più di venti minuti e la conferma dell’assoluta sintonia su quelli che sono i temi principali di attualità. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e Papa Bergoglio si sono incontrati oggi in Vaticano per la prima volta e nel corso del faccia a faccia, che non prevedeva un’agenda di temi preordinata, hanno toccato molti argomenti cari a entrambi, confermandone la piena condivisione.
RAPPORTI ITALIA-VATICANO. Nella visita di Stato del presidente della Repubblica a Papa Bergoglio si confermano da entrambi le parti “le eccellenti relazioni tra la Santa Sede e l’Italia”. Rapporti che Bergoglio vive “in continuità con le visite effettuate dal suo immediato predecessore e con una ormai lunga tradizione”. Lo stesso Mattarella definisce il colloquio, “per l’intensità che lo ha caratterizzato, una testimonianza preziosa del rapporto davvero speciale” tra i due Stati che il capo dello Stato intende rafforzare e consolidare, tanto da rinnovare al pontefice argentino l’invito “a venire in visita al Quirinale”.
DISOCCUPAZIONE. Il tema del lavoro e della precarietà, soprattutto nei giovani, risuona con forza e nel discorso di Mattarella e in quello del Santo Padre. Quest’ultimo infatti sottolinea come “la carenza di lavoro per i giovani diventa un grido di dolore che interpella i pubblici poteri, le organizzazioni intermedie, gli imprenditori privati e la comunità ecclesiale, perché si compia ogni sforzo per porvi rimedio, dando alla soluzione di questo problema la giusta priorità” e avverte che “nella disponibilità del lavoro risiede infatti la stessa disponibilità di dignità e di futuro”. Dello stesso avviso il capo dello Stato, che mette in guardia dal “dramma della disoccupazione e delle nuove povertà” che rischiano di “inghiottire il futuro di intere generazioni”. Secondo Mattarella “si impone una visione dello sviluppo economico e sociale che sappia rimettere al centro la persona e la famiglia”, entità essenziali della società, troppo spesso “ferite dalla ‘cultura dello scarto’, da lei più volte denunciata”. Dal canto suo il presidente conferma l’impegno del governo e del parlamento italiani “ad adottare misure che consentano al nostro Paese di lasciarsi alle spalle una crisi che è stata lunga e dolorosa e da cui solo ora si inizia a intravedere l’uscita”.
LIBERTÀ RELIGIOSE. Mattarella e Francesco si uniscono a difesa delle libertà religiose e di ideali condannando strumentalizzazioni “a fini di violenza e sopraffazione”. “La Chiesa offre a tutti la bellezza del Vangelo e del suo messaggio di salvezza – spiega Bergoglio – e ha bisogno, per svolgere la sua missione spirituale, di condizioni di pace e tranquillità, che solo i pubblici poteri possono promuovere”. Poteri “a cui primariamente spetta di predisporre le condizioni di uno sviluppo equo e sostenibile affinché la società civile dispieghi tutte le sue potenzialità, trovano nell’impegno e nella leale collaborazione della Chiesa un valido e utile sostegno per la loro azione. La reciproca autonomia infatti non fa venir meno ma esalta la comune responsabilità per l’essere umano concreto e per le esigenze spirituali e materiali della comunità, che tutti abbiamo il compito di servire con umiltà e dedizione”. Per Mattarella la libertà religiosa “appartiene alle più autentiche aspirazioni delle persone e costituisce un cardine della Costituzione italiana. Qualsiasi violazione di essa vulnera, nel profondo, i diritti umani e delle comunità”. Dura, infatti, la condanna del capo dello Stato “alla violenza scatenata contro le comunità cristiane in alcune parti del mondo” che “interpella con forza le coscienze di tutti coloro che amano la libertà e la tolleranza”. Il dialogo tra le grandi tradizioni religiose, sostiene Mattarella, “appare tanto più urgente nel momento in cui si avverte – anche nel nostro Paese – la minaccia del terrorismo internazionale, che, spesso, si nasconde dietro inaccettabili, e pretestuose, rivendicazioni religiose”. L’Italia conferma l’impegno “con tenacia, nell’ambito della comunità internazionale, perché prevalgano i principi di reciproca comprensione e di collaborazione, premessa indispensabile di una vera pace”.
SBARCHI. “Non dobbiamo stancarci nel sollecitare un impegno più esteso a livello europeo e internazionale”. E’ il forte invito che Papa Francesco rivolge al mondo intero per risolvere il dramma degli sbarchi dei migranti dai Paesi in guerra, un dramma che si consuma soprattutto nei Paesi che affacciano sul Mediterraneo. Per questo Bergoglio rinnova al presidente Mattarella “gratitudine per l’impegno che l’Italia sta profondendo per accogliere i numerosi migranti che, a rischio della vita, chiedono accoglienza. E’ evidente che le proporzioni del fenomeno richiedono un coinvolgimento molto più ampio”. Impegno che lo stesso presidete conferma “per fronteggiare questa emergenza”, ribadendo però che “l’Italia invoca da tempo un intervento deciso dell’Unione europea per fermare questa continua perdita di vite umane nel Mediterraneo, culla della nostra civiltà”. “Con quelle vite spezzate – ricorda – si perde la speranza di tante persone e si compromette la dignità della comunità internazionale. Rischiamo di smarrire la nostra umanità”.