Roma, 17 apr. (LaPresse) – “Cambiare la riforma costituzionale? Tornare al Senato elettivo? Per me si può fare”. Così il premier Matteo Renzi, in un colloquio con Repubblica, apre, in particolare nei confronti della minoranza dem, per ottenere ‘in cambio’ il via libera alla legge elettorale. All’assemblea del Pd sull’Italicum, spiega Renzi, “ho visto almeno quattro anime diverse dentro la minoranza. C’è Cuperlo che non so cosa farà ma i cuperliani alla fine voteranno la riforma. Poi c’è Speranza che si è immolato e alcuni dei suoi sono stati tra i più duri perché hanno preso gli ordini da D’Alema. Anzi qualcuno a mezza bocca diceva: ‘Meglio se lascia…’. Quindi c’è un ‘corpaccione’ ampio che non ha alcuna voglia di andare alle elezioni e infine ci sono i bersaniani. E lì la cosa si fa interessante perché c’è un elemento di novità”. Per il premier-segretario consisterebbe nel fatto che “è apparso chiaro a tutti che la minoranza la guida Bersani. E Pierluigi ieri ha aperto la trattativa”. Ripristinare il Senato elettivo, sottolinea Repubblica, per diversi esponenti della minoranza dem sarebbe un elemento di compensazione e di bilanciamento rispetto all’Italicum.
VOTI PER ITALICUM CI SARANNO. “Io ero d’accordo sul Senato elettivo. Fu Errani, ossia un uomo di Pierluigi, a dire no. Dopo di che per me si può cambiare. A me va benissimo. Non credo sia un punto fondamentale. L’importante è che si abbandoni il bicameralismo paritario”, rimarca il premier. Il problema, sottolinea Repubblica, è che i testi costituzionali votati conformemente dalle due Camere nell’ultima lettura non possono essere modificati, ma i ‘tecnici’ di Palazzo Chigi avrebbero individuato una falla nella conformità delle copie approvate prima dal Senato e poi dalla Camera. “La durata del mandato dei senatori – recitava il testo licenziato da Palazzo Madama – coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali nei quali sono stati eletti”. A Montecitorio la preposizione ‘nei’ è stata modificata con ‘dai’, un ritocco che potrebbe consentire di rimettere mano alla riforma costituzionale, rispolverando il Senato elettivo. Sull’Italicum, comunque, il premier si dice “tranquillo. I voti ci saranno in ogni caso”.