Roma, 17 apr. (LaPresse) – Umile ma dirompente l’uno, umile e silenzioso l’altro. Sobrio ma di grande impatto mediatico l’uno, sobrio e di basso profilo l’altro. Espressioni diverse, ma della stessa matrice, Papa Bergoglio e Sergio Mattarella domani si troveranno faccia a faccia per la prima volta e per loro non sarà certo difficile trovare un terreno comune di dialogo. Sarà una visita di Stato quella del presidente della Repubblica, scandita da un rigoroso cerimoniale, protocollo in cui entrambi in diverse occasioni hanno dimostrato di sentirsi a disagio.

Stili uguali e nello stesso tempo profondamente diversi. Il pontefice argentino stupì il mondo quando scelse come sua residenza la Casa di Santa Marta, una sorta di foresteria dove risiedono i cardinali durante il conclave, abbandonando i fasti del Palazzo apostolico. Lo stesso Mattarella, invece, pur essendo dalla sua elezione inquilino del palazzo del Quirinale, come giudice della Corte costituzionale scelse proprio un piccolo appartamento nella foresteria della Consulta come abitazione per i suoi giorni di lavoro. Essere al pari con la gente e sopratutto non eccedere in benefit superflui, ma ritenuti consoni per la carica che si ricopre, è un altro punto che unisce il capo della chiesa cattolica con il capo dello Stato italiano. Francesco non ha rinunciato alla sua utilitaria senza vetri oscurati e senza auto di scorta al seguito. Una Ford Escort blu diventata famosa al pari della Panda grigia, al momento solo messa a riposo, ma che ha accompagnato i giorni dell’elezioni di Mattarella e fino al giuramento davanti al Parlamento.

Lo stile della ‘prossimità’ basato sull’incontro diretto con le persone che ha volte dà filo da torcere alla sicurezza è un altro segno distintivo del Papa argentino che ‘venuto dalla fine del mondo’ è rimasto, nonostante sieda sul soglio di Pietro, il pastore di Buenos Aires. E poi la vicinanza spirituale agli ultimi, siano disoccupati, poveri, esposti alla crisi e chiunque per diverse ragione viva ghettizzato e ai margini della società. Diverso invece lo stile della ‘prossimità’ del presidente, stile dettato da una natura sicuramente più riservata. La fisicità che Francesco dimostra e usa quando parla ai cristiani è molto lontana da quella di Mattarella, che più che la stretta di mano o l’abbraccio con il suo popolo, benchè siano state poche le occasioni, preferisce dimostrare la sua vicinanza ai cittadini italiani dimostrandosi cittadino lui stesso. Aprire le porte del Quirinale al popolo, tutti i giorni, per ‘farne la casa degli italiani’ e non un museo sconosciuto, utilizzare voli di linea e non di Stato per i viaggi nella sua Palermo, ridurre al minimo le spese degli spostamenti prendendo un treno ad alta velocità o preferire le ambasciate ai lussuosi alberghi, qualora non sia necessario, nelle sue visite all’estero. Sono gli abbracci virtuali, la condivisione di problematiche relative alla crisi economica di cui il popolo italiano sente ancora il peso.

Poco propenso a rispettare regole e protocolli, Bergoglio è stato spesso esposto al rischio, come in Brasile durante il trasferimento in auto dall’aeroporto di Rio alla residenza presidenziale. L’auto è stata bloccata più volte dalla folla che le si assiepava intorno, senza alcuna delimitazione con transenne. I gendarmi hanno avuto problemi a tenere a freno l’assalto dei fedeli. E poi la semplicità e la soavità con cui dice anche le verità più scomode rendono il Papa una persona diretta e semplice. Non avranno sicuramente difficoltà a entrare in sintonia, questi due uomini entrambi figli della moderazione e del rigore.

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