Dal nostro inviato Fabio De Ponte.
Washington (Usa), 16 apr. (LaPresse) – Domani non sarà la prima volta che il premier Matteo Renzi viene ricevuto dal presidente Usa Barack Obama alla Casa Bianca. Ma l’altra volta era sindaco di Firenze. Era il 21 gennaio 2010, e quella volta Renzi era ospite, unico tra i primi cittadini europei, della Conference of Mayors, la conferenza dei sindaci americani. Obama era in carica da esattamente un anno (l’insediamento risale al 20 gennaio 2009). “Davvero? Sei il sindaco di Firenze? La città con i migliori ristoranti del mondo”, si complimentò con l’ospite evidentemente inatteso.
Poi, a venire a Roma, il 27 marzo 2014 (Renzi era diventato premier un mese prima, il 22 febbraio), era stato Obama. Che si era concesso una bella visita al Colosseo, definendolo “più grande di uno stadio da baseball”, e insistendo per pagare il biglietto di ingresso, per sé e per tutto il suo staff. Fresco di insediamento, quello per Renzi era il momento del grande entusiasmo e delle potenzialità. “Per noi non è solo il presidente degli Stati Uniti ma una fonte di ispirazione: la visita di Obama non è solo un gesto simbolico, ma un incoraggiamento”, aveva detto Renzi, aggiungendo: “Yes we can vale anche per noi”. Il presidente Usa aveva risposto di essere “ansioso di accogliere Renzi alla Casa Bianca”. Dopo quasi un anno, ci siamo.
Nel frattempo, a settembre, il leader Pd è tornato negli Usa da premier per un tour che lo ha visto prima in visita nella Silicon Valley in California, poi a New York per l’assemblea generale dell’Onu, e infine a Detroit per visitare la Fiat Chrysler con Sergio Marchionne.