Roma, 15 apr. (LaPresse) – L’Italicum va votato “cosi’ com’è”, perché “è una legge alla quale il governo è legato, nel bene e nel male”. Il premier Matteo Renzi inizia così la riunione con i deputati del Pd sulla legge elettorale, chiedendo ai ‘dissidenti’ di attenersi alle indicazioni della direzione e di confermare quindi il voto favorevole al provvedimento.
CAPOGRUPPO SPERANZA SI DIMETTE. Ma Area riformista, però, che aveva annunciato di voler restare asserragliata dietro il ‘no’ all’Italicum, fa molto di più: il capogruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza – che ‘guida’ i dissidenti dem – ha presentato le sue dimissioni all’assemblea. “Non sono nelle condizioni di guidare questa barca. Rimetto all’assemblea il mio mandato”, ha detto dopo l’intervento del segretario Renzi. “Quando siamo partiti c’era tutta la maggioranza e Forza Italia… Oggi siamo solo noi – ha spiegato Speranza – Per questo Renzi avrebbe dovuto ascoltare di più il partito”.
“Sarò leale al mio gruppo e al mio partito – ha detto ancora il capogruppo – ma voglio essere altrettanto leale alle mie convinzioni profonde. Non cambiare la legge elettorale è un errore molto grave che renderà molto più debole la sfida riformista che il Pd ha lanciato al Paese”.
“C’è una contraddizione evidente tra le mie idee e la funzione che svolgo e che sarei chiamato a svolgere nelle prossime ore. Per queste ragioni – ha chiosato Speranza – rimetto il mio mandato di presidente del gruppo a questa assemblea che mi ha eletto due anni fa”.
RENZI: MEDIAZIONE C’E’ STATA. “Ogni legge – aveva detto poco prima Renzi parlando all’assemblea – può essere migliorata. Quelli che oggi chiedono una mediazione devono riconoscere che un passo in avanti c’è stato, la mediazione c’è stata”. “La legge elettorale perfetta non esiste da nessuna parte – aveva spiegato il premier – e se c’è un terreno su cui ascoltarsi per trovare una mediazione questa è proprio la legge elettorale”.
OPPOSIZIONI SCRIVONO A MATTARELLA. Le opposizioni alla Camera, intanto, hanno chiesto l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per evitare che il governo ponga la questione di fiducia sull’Italicum. Forza Italia, Sel, Lega Nord e Fdi nella missiva inviata nel pomeriggio al Quirinale chiedono al capo dello Stato di garantire “un libero dibattito parlamentare senza forzature e scorciatoie dal sapore autoritario”. Più duro invece il capogruppo azzurro Renato Brunetta che giudica la ventilata ipotesi del ricorso alla fiducia per approvare la legge “un gravissimo strappo costituzionale” e chiede pertanto a Mattarella che scongiuri “un simile attentato alla vita democratica della Repubblica”.
L’obiettivo, spiegano fonti parlamentari, è che Mattarella riesca a convincere Renzi a tornare sui suoi passi. E’ quasi comune infatti la certezza che questo presidente abbia un certo ascendente sul premier, proprio per il suo proporsi “in modo paterno e non autoritario come invece faceva Napolitano”.
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