Renzi: No a dimissioni per gli avvisi di garanzia

Roma, 22 mar. (LaPresse) – “Assolutamente no”. Il premier Matteo Renzi, intervistato dal quotidiano Repubblica risponde così alla domanda se dopo le dimissioni del ministro Maurizio Lupi ora tocchi ai sottosegretari indagati dimmettersi. “Ho sempre detto – sottolinea Renzi – che non ci si dimette per un avviso di garanzia. E se parliamo di faccia, le dico con sguardo fiero che per me un cittadino è innocente finché la sentenza non passa in giudicato. Del resto, è scritto nella Costituzione. Se si dice che è la più bella del mondo, poi bisogna almeno leggerla, altrimenti non vale. Quindi perché dovrebbe dimettersi un politico indagato? Le condanne si fanno nei tribunali, non sui giornali: è un principio di decenza oltre che di buon senso”.

Lupi però, dopo il pressing di Palazzo Chigi, non è più ministro, rimarca il giornalista. “Il suo caso è diverso, non è nemmeno indagato. Ha fatto una valutazione giusta e saggia secondo me. Una scelta personale e molto degna: dare le dimissioni in politica non è così frequente”, dice Renzi. Alla domanda se “non può chiedere la stessa saggezza agli altri politici coinvolti nelle inchieste?” Renzi risponde: “Ho chiesto le dimissioni a Orsoni quando, patteggiando, si è dichiarato colpevole. Ho commissariato per motivi di opportunità politica il Pd di Roma nonostante il segretario locale fosse estraneo alle indagini. A suo tempo avevo auspicato il passo indietro della Cancellieri sempre con una motivazione strettamente politica. Altro che due pesi e due misure: le dimissioni si danno per una motivazione politica o morale, non per un avviso di garanzia”.

E De Luca, condannato e candidato governatore? “Lui – dice Renzi – ha fatto una scelta diversa, considera giusto chiedere il voto agli elettori e si sente forte del risultato delle primarie”. Sul cambiare la legge Severino. Il premier afferma: “La modifica della Severino non è all’ordine del giorno, non è un tema in discussione”.