Roma, 17 mar. (LaPresse) – Sinistra Ecologia e Libertà e M5S hanno presentato alla Camera una mozione di sfiducia nei confronti del ministro delle Infrastruttre Maurizio Lupi che “lo impegna a rassegnare immediatamente le proprie dimissioni”. La richiesta riguarda l’inchiesta della procura di Firenze. “Tra i lavori interessati dall’indagine – continua la mozione – risultano, in particolare, la linea ferroviaria Alta Velocità (tratta Brescia-Verona), il Palazzo Italia del sito milanese di Expo 2015, il nuovo terminal presso il Porto di Olbia, il Nodo Tav Firenze, il Tav Genova-Milano, il tratto dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, l’Hub nel porto di Trieste, il Tav Firenze- Bologna, l’autostrada Civitavecchia- Orte-Mestre, l’autostrada Reggiolo Rolo- Ferrara, la linea C della metropolitana di Roma, la tangenziale esterna est di Milano, le linee M4 e M5 della metropolitana di Milano nonché l’autostrada Ras Ejdyer -Emssad in Libia; l’ingegner Incalza, seppur prosciolto (in diversi casi per intervenuta prescrizione) o destinatario di un provvedimento di archiviazione, risulta essere stato indagato già in altri 14 procedimenti e, secondo quanto riportato dalla stampa, avrebbe in questa vicenda specifica, ricoperto un ruolo chiave nel garantire l’approvazione dei finanziamenti per suddette opere; seppur non indagati, dalle intercettazioni pubblicate risulterebbero emergere i nomi del ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, e del viceministro, Riccardo Nencini”.
“In particolare – scrivono Sel e M5S -, secondo quanto riportato dalla stampa, il ministro Lupi, nel corso di una conversazione telefonica con Incalza, avrebbe proferito le seguenti parole: ‘Dopo che hai dato la sponsorizzazione per Nencini, l’abbiamo fatto viceministro. Ora parlagli e digli che non rompa i coglioni. E comunque complimenti, sei sempre più coperto’; i toni e i contenuti della suddetta conversazione non possono che suscitare allarme e sgomento, oltre che destare preoccupazione per il rigore morale dei soggetti coinvolti; sempre da fonti di stampa si apprende che il ministro Lupi avrebbe difeso la struttura tecnica del ministero presieduta dall’ingegner Incalza, minacciando di far cadere il Governo qualora si fosse proceduto a sopprimere, o comunque a trasferire, sotto il controllo della presidenza del Consiglio, la medesima struttura. In una conversazione telefonica con quest’ultimo, infatti, il ministro avrebbe affermato: ‘Su questa roba ci sarò io lì e ti garantisco che se viene abolita la Struttura tecnica di missione viene giù il governo! L’hai capito? Non l’hanno capito?’.
“La vicinanza – prosegue la mozione -, nonché dipendenza del ministro delle Infrastrutture dall’ingegner Incalza sarebbe confermata anche dal fatto che, in occasione della risposta al question time presentato alla Camera dei deputati il 02/07/2014, Lupi ha replicato difendendo strenuamente l’operato e la persone dell’ingegner Incalza; secondo quanto riportato dalla stampa, nell’ordinanza dell’ufficio del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Firenze, emergerebbe da una intercettazione l’interessamento da parte di uno dei quattro arrestati, l’imprenditore Stefano Perotti, nei confronti di uno stretto congiunto del ministro delle Infrastrutture; risulta ai firmatari del presente atto che, nel maggio 2013, i ministri dell’Interno, Alfano, e delle Infrastrutture e dei Trasporti, Lupi, hanno istituito una task force per i lavori dell’Alta velocità. A guidare suddetta task force fu nominato, su specifica volontà di questi ultimi, l’ingegner Incalza all’epoca sotto inchiesta, insieme ad altre 31 persone, per una vicenda relativa agli appalti del sotto attraversamento fiorentino della Tav”.
“L’attuale impianto normativo – conclude la mozione di Sel e M5S – che disciplina il settore delle grandi opere e il quantum degli investimenti a loro afferenti necessitano di una gestione limpida e trasparente che non possa lasciare alcun dubbio circa la massima correttezza delle istituzioni che lo gestiscono. Obiettivamente tale regola di buon senso appare essere messa in discussione dalle notizie apprese sulla stampa; a prescindere da eventuali responsabilità penali che, ove rilevate, saranno perseguite nelle sedi opportune, i fatti indicati minano in maniera evidente la credibilità del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, pongono un grave pregiudizio sulle sue capacità di svolgere liberamente le funzioni a cui è chiamato, nonché sull’opportunità della sua permanenza a ricoprire una carica di primo piano e di piena rappresentanza politica, in particolare in un ruolo così rilevante, delicato ed esposto a fenomeni corruttivi”.