Roma, 16 mar. (LaPresse) – “Un dirigente inadeguato potrà essere licenziato”. E’ quanto afferma Marianna Madia, ministra della Pubblica amministrazione, in un’intervista a Repubblica. “La nostra – spiega Madia – è una riforma anche della dirigenza pubblica. Avevamo davanti due strade alternative: o il modello anglosassone dello spoils system , oppure quello di una dirigenza autonoma e indipendente dalla politica, come disegnata dalla nostra Costituzione. Abbiamo scelto quest’ultima, pensando, però, che l’autonomia e l’indipendenza non coincidano con l’inamovibilità dei dirigenti, né con la progressione di carriera automatica al di fuori di qualsiasi meccanismo di mercato e di merito”.
Il dirigente pubblico, quindi, “dovrà superare un concorso per l’abilitazione ed entrerà così nel ruolo unico dei dirigenti. Dirigenti della Repubblica italiana e non, come adesso, dirigenti della singola amministrazione o di una Regione”. Il ministro Madia, infatti immagina che debba esserci “un rapporto osmotico tra i dirigenti dei diversi livelli dello Stato, si potrà passare dal centro alla periferia e viceversa. Prevediamo l’istituzione di una commissione super partes composta da tecnici che deciderà quali sono i dirigenti adatti per un determinato incarico anche sulla base del lavoro svolto in precedenza e sulla base della loro stessa capacità di valutare i propri collaboratori. La carriera dei dirigenti dipenderà da queste valutazioni: si potrà scendere o salire. Finirà la stagione dei dirigenti sempre allo stesso posto”.
Tra le altre novità che saranno introdotte con la riforma della P.a. anche quella che l’incarico “sarà affidato per tre anni e sarà rinnovabile una sola volta. Poi si ricomincerà. Se dopo un congruo periodo che escluda qualsiasi ipotesi di fumus persecutionis un dirigente continuerà ad essere senza incarico perderà l’abilitazione fino a perdere il lavoro”.
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