Roma, 9 mar. (LaPresse) – “Come hanno fatto Chiti e Tocci al Senato. Così voterò anche io alla Camera. Non darò il mio voto alla riforma costituzionale”. Lo scrive Pippo Civati, voce della minoranza Pd, sul suo blog. “Lo faccio in ragione di una posizione ‘di merito’ – spiega – che accompagna le mie azioni dal gennaio del 2013. Lo faccio senza pensare alla questione delle correnti del Pd e ai rapporti con la segreteria, perché questa è la Costituzione”.
“Pare che si stia riscrivendo la Costituzione non solo in aula, ma anche nelle interviste: quando si dice, ad esempio – sottolinea Civati – che conta solo la sovranità del popolo, contrapponendola a quella del Parlamento e augurandosi un referendum plebiscitario tipo pioggia manzoniana. Ecco, la Costituzione non dice così. La Costituzione non contrappone popolo e Parlamento e indica, peraltro, una maggioranza larga per la riforma costituzionale non per via di patti e contropatti e convenienze e tatticismi (da Calamandrei siamo passati a Verdini), ma per ragioni che riguardano direttamente il tema della rappresentanza e dell’ampia condivisione che, per il tramite del Parlamento, si riferiscono anche al popolo. Discutere già di referendum quando la riforma non ha ancora conosciuto la lettura condivisa del testo da parte delle due Camere, è una precisa indicazione politica, in cui non mi riconosco affatto”. “Non so che cosa faranno gli altri – aggiunge – mi pare che in generale il Pd voterà a favore, così come è accaduto in aula quando, nell’ambito dell’approvazione dei primi due, fondamentali articoli, i distinguo sono stati pochissimi (diciamo due, Pastorino e il vostro affezionatissimo)”.
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