Roma, 18 feb. (LaPresse) – L’intenzione del governo è quella di superare i contratti di collaborazione e a progetto e abrogarne le norme, congelando queste tipologie contrattuali, ridefinendone la fattispecie e specificando meglio il confine tra lavoro autonomo e lavoro subordinato per limitare questa area. Così, secondo quanto si apprende, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ai rappresentanti sindacali nel corso dell’incontro tra governo e parti sociali sull’attuazione della legge delega sul lavoro con particolare riferimento alla rideterminazione delle tipologie contrattuali.
Sarà il Consiglio dei ministri di venerdì, in ogni caso, a discutere i provvedimenti. Questi, avrebbe precisato Poletti, sono gli orientamenti del suo dicastero ed è possibile quindi che siano poi tradotti diversamente nella riunione del Governo. In ogni caso – è la sottolineatura del ministro del Lavoro – è certo che venerdì, oltre al varo definitivo dei due decreti (tutele crescenti e Naspi), ci sarà anche quello che interviene sulla riforma dei contratti.
Al vertice partecipano, oltre al ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il sottosegretario Teresa Bellanova, la segretaria confederale della Cgil Serena Sorrentino, il segretario confederale Cisl Gigi Petteni e il segretario generale Uil Carmelo Barbagallo.
SINDACATI: STOP AL PRECARIATO. “Devono rimanere solo” le tipologie contrattuali “che hanno una prospettiva di lavoro vero, senza precariato. La promessa che il Governo ha fatto ai giovani è quella di eliminare tutta le forme di precariato. Se succederà questo saremo felici. Io sono molto fiducioso ma non ingenuo”. Così Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil, arrivando al ministero del Lavoro per l’incontro con il Governo sul Jobs act. Eliminare le forme di contratto che alimentano la precarietà è un punto cruciale anche per Gigi Petteni, segretario confederale Cisl. “Ci aspettiamo – ha spiegato – che a fianco del contratto a tutele crescenti, che è un importante intervento che ha messo al centro il contratto a tempo indeterminato che sosterremo con tutte le nostre forze, ci sia una pulizia di tutte quelle forme mascherate di lavoro autonomo che sono vera precarietà”. “Se parliamo di lavoro subordinato, interinale e autonomo io credo – ha aggiunto – 4 o 5 forme sono in grado di soddisfare le esigenze del lavoro reale”.
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