Libia, Renzi: Non è tempo per soluzione militare ma dall’Onu serve più impegno

Roma, 16 feb. (LaPresse) – “In Libia la soluzione è difficile, ma la comunità internazionale se vuole ha tutti gli strumenti per poter intervenire. La proposta è quello di aspettare che il consiglio di sicurezza Onu lavori sulla Libia”, ma “non non è il tempo dell’intervento” militare. Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso di un’intervista al Tg5. “La visione del governo – ha aggiunto – è una sola e tutti i ministri la condividono: aspettare che il Consiglio di sicurezza dell’Onu lavori un po’ più convintamente sulla Libia”. “La comunità internazionale – ha sottolineato il premier – se vuole, ha tutti gli strumenti per intervenire”.

FORZA ONU E’ SUPERIORE A ISIS. “In Libia – ha sottolineato Renzi – non c’è un’invasione dello Stato islamico, ma alcune milizie che combattevano lì hanno iniziato a fare riferimento allo Stato islamico anche perché questo sta lavorando con una capillare opera di comunicazione e di persuasione in Africa e in Medio Oriente”. “Coinvolgendo tutti gli attori in gioco, le tribù locali, i Paesi dell’Unione Africana, i Paesi arabi ed europei, sono convinto che la forza delle Nazioni Unite è decisamente superiore a quella delle milizie radicali”, ha concluso.

PAESE SIA UNITO SU POLITICA ESTERA. Renzi ha commentato anche l’apertura di Silvio Berlusconi ad una presa di responsabilità di tutte le forze politiche sulla Libia. “Credo che sia un fatto molto importante che un Paese sulla politica estera non litighi”. “Apprezzo molto che sulla politica estera – ha detto il premier – non ci siano divisioni tra i partiti. Vedremo che fare quando sarà il momento ma è bene che sulla una situazione di politica estera delicata il paese non si metta a litigare”. “La Libia è fuori controllo – ha aggiunto -, noi lo abbiamo detto in tutte le sedi, in tutte le salse. Continueremo a dirlo”. Servono “saggezza, prudenza e senso della situazione. La vicenda è problematica, la seguiamo con grande preoccupazione e attenzione, ma non si passi dall’indifferenza totale all’isteria e a una reazione irragionevole”.