Quirinale, Mattarella al Colle: dodicesimo presidente con 665 voti

Di Donatella Di Nitto

Roma, 31 gen. (LaPresse) – Sergio Mattarella è il dodicesimo presidente della Repubblica italiana. Il giudice della Corte costituzionale e più volte ministro succede a Giorgio Napolitano, che ha terminato il suo secondo mandato lo scorso 14 gennaio. Mattarella è stato proclamato al quarto scrutinio, con 665 preferenze. Candidato del Pd di Matteo Renzi, su di lui si sono concentrati i voti anche di Sel, Area Popolare e 6 voti dei fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle.

Nel 2013 il Napolitano bis fu sancito alla sesta votazione, dopo un impasse in Parlamento durato giorni. Il consenso per il presidente emerito fu alto 738 preferenze. La prima elezione di Napolitano nel 2006 fu anche breve: 4 scrutini in tutto, anche se la soglia dei consensi fu bassa: 54,8% preferenze (543 voti su 990).

Lunghe ed estenuanti invece furono le votazioni che portarono all’elezione di Giuseppe Saragat e Giovanni Leone, mentre lampo furono quelle di Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi, entrambi eletti al primo scrutinio. Il presidente ‘picconatore’, nel 1985, raccolse il 75,4% delle preferenze (752 voti su 997) grazie all’accordo trovato, tra i corridoi del Parlamento, tra Dc e Pci.

La candidatura di Ciampi, invece, venne avanza nel 1999 da un vasto schieramento parlamentare e in particolare dall’allora presidente del Consiglio, Massimo D’Alema. Walter Veltroni si occupò delle trattative, ottenendo il benestare dell’opposizione di centro-destra, anche se Ciampi, che non era iscritto ad alcun partito, era molto vicino all’Ulivo. L’ex governatore della Banca d’Italia fu proclamato quindi decimo presidente della Repubblica con il 71,4% delle preferenze (707 voti su 990).

L’elezione più lunga e difficile nella storia della Repubblica fu invece quella di Giovanni Leone nel 1971. Ben 23 scrutini che prolungarono i lavori parlamentari per quasi 25 giorni. Per Leone furono determinanti i voti del Movimento sociale italiano. Nei primi scrutini, il candidato ufficiale della Dc era stato il presidente del Senato, Amintore Fanfani, che si ritirò a causa dell’azione dei cosiddetti ‘franchi tiratori’ del suo stesso partito, lasciando il passo a Leone. Il giurista napoletano detiene anche un altro primato negativo: è stato il presidente che ottenne il minor numero di consensi: 52% (518 voti su 995). Anche per il socialista Giuseppe Saragat ci vollero 21 votazioni e fu eletto con il 68,9% dei consensi (646 voti su 937). Il capo dello Stato che ottenne invece più voti fu Sandro Pertini, con l’83,6% delle preferenze, ossia 832 voti su 995, anche se ci furono numerosi scrutini, ben 16.