Roma, 20 gen. (LaPresse) – “Se un presunto corruttore internazionale e grande evasore fiscale come Paolo Scaroni afferma che se io fossi stato eletto in Parlamento avrebbe cambiato Paese vuol dire che la mia battaglia politica era ed è nel giusto”. Lo ha detto Antonio Ingroia, ex candidato premier per la lista Rivoluzione civile, commentando l’intercettazione pubblicata nei giorni scorsi tra l’ex numero uno di Eni Paolo Scaroni, oggi indagato per corruzione internazionale e frode fiscale, e l’allora neoeletto alla presidenza della Regione Lombardia Roberto Maroni. “Evidentemente – continua Ingroia – la mia presenza in Parlamento e il mio impegno nella lotta non solo alla mafia ma anche alla corruzione e alla grande evasione fiscale, che si mangiano secondo fonti più che accreditate oltre 200 miliardi di euro all’anno, faceva paura a chi aveva la coscienza sporca”. “Da allora, peraltro – conclude Ingroia -, nonostante molte chiacchiere, né il governo di Enrico Letta né quello di Matteo Renzi hanno mosso un dito per recuperare un solo euro di quei 200 miliardi. A Scaroni dico che l’appuntamento è solo rimandato e che il mio impegno a lottare contro questi cancri è rimasto immutato”.