di Giuseppe G. Colombo
Roma, 14 gen. (LaPresse) – Giorgio Napolitano “ha evitato il peggio, cioè lo sfaldamento del Paese”. Il presidente della commissione Esteri di Montecitorio ed esponente di spicco del Nuovo centrodestra, Fabrizio Cicchitto, traccia così un bilancio dei nove anni di Giorgio Napolitano al Quirinale nel giorno delle sue dimissioni ufficiali. In un’intervista a LaPresse, Cicchitto riconosce a Napolitano la capacità di aver guidato il Paese “in nove anni terribili sia per il quadro internazionale che per quello economico e politico”.
Napolitano ha salvato l’Italia quindi?
“Ha svolto un ruolo fondamentale di tenuta del sistema, evitando il peggio, grazie alla sua credibilità e al suo profilo istituzionale, anche in Europa”.
Alcuni, soprattutto a destra, rimproverano a Napolitano di essere intervenuto troppo nella vita politica del Paese, in particolare nella scelta dei presidenti del Consiglio che non sono passati per le urne.
“Quando scoppiò la crisi di governo si poteva andare benissimo a elezioni, ma i due principali partiti di allora, il Pd e il Pdl, evitarono tutto ciò perchè la crisi si sarebbe accentuata”.
Con le dimissioni di oggi entra ora nel vivo il toto-Quirinale: quali criteri dovrebbero ispirare la scelta del prossimo presidente della Repubblica secondo lei?
“Io sono perché si segua il criterio della diarchia”.
Cioè?
“Il sistema Italia, da molti anni a questa parte, è stato caratterizzato da un forte presidente della Repubblica e da un forte presidente del Consiglio. Io ritengo, quindi, che in presenza di un fortissimo presidente del Consiglio debba essere eletto un presidente della Repubblica non a lui ostile, ma autonomo da lui in modo che ci sia la garanzia di un soggetto sopra le parti”.
Qualcuno che non oscuri Renzi, ma che allo stesso tempo non sia troppo debole, insomma.
“Occorre seguire il principio della diarchia”.
Il dibattito sul futuro inquilino del Colle in questi giorni si sta animando anche sull’opportunità di una prima donna al Quirinale.
“Io prescindo dal sesso”.
Quindi i tempi sono maturi per un presidente donna?
“L’ultimo criterio che si deve adottare per la scelta del presidente della Repubblica è il sesso: donna o uomo, una persona vale per le sue qualità politiche. Porre il problema del sesso è un esercizio infantile. Se c’è una donna che risponde ai criteri che servono, guardiamo il cognome, non il nome”.
Alfano dice che il prossimo presidente della Repubblica non dovrà uscire dal cilindro di una sorta di primarie del Pd. A voi del Nuovo centrodestra un uomo del Pd andrebbe bene?
“Il problema prescinde dall’appartenenza di partito, serve una figura autorevole che sia garante dell’unità nazionale”.