Charlie Hebdo, Alfano: Uno dei sospetti noto in Italia. 4 italiani tra i combattenti stranieri

Roma, 9 gen. (LaPresse) – Uno dei fratelli Kouachi, Cherif, di 32 anni, era noto anche alle forze di polizia italiana, pur non essendo mai stato nel territorio italiano”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nel corso di un’informativa urgente alla Camera sui possibili rischi connessi al terrorismo internazionale in relazione all’attentato nella redazione di Charlie Hebdo.

Ci sono quattro italiani tra i 53 “combattenti stranieri” (foreign fighters) censiti, che sono passati per l’Italia. Alfano ha spiegato che due dei quattro foreign fighters italiani “sono stati segnalati nella precedente informativa come il genovese Delnevo, morto in combattimento ad Aleppo, e un giovane marocchino naturalizzato che si trova attualmente in un altro Paese”.

Il ministro poi ha specificato che “Il nostro Paese è da sempre in prima linea nella lotta contro il terrorismo islamico”. Inoltre, “L’attività di monitoraggio degli obiettivi sensibili presenti in Italia – ha aggiunto – proseguirà con grandissimo impegno e dispiego di forze”. Alfano poi rassicura che l’Italia non è esposta a pericoli specifici. “Non abbiamo segnali che indicano l’Italia o gli interessi italiani come interessati a specifiche forme di rischio”, ha spiegato il ministro dell’Interno. La vigilanza è alta “non solo sui siti istituzionali e i luoghi di culto ma anche sedi di giornali, tv e personalità pubbliche che, in ragione della loro attività politica, potrebbero essere oggetto di attenzioni terroristiche”.

“Resteremo vigili – ha proseguito Alfano nell’informativa – e non arretreremo di un millimetro, lo faremo per i nostri figli, per consegnare loro un mondo ancor più libero e sicuro nel quale vivere”.

Sull’ipotesi della paternità dell’Isis dell’attentato, Alfano è cauto. “La stessa ipotesi che oggi viene affacciata da alcuni commentatori francesi circa la possibie paternità dell’Isis” dell’attentato nella redazione di Charlie Hebdo “va considerata con la cautela del caso e rimane, per ora, una semplice supposizione”.