Roma, 22 dic. (LaPresse) – “Non dobbiamo commettere l’errore, emerso sulle Province, di affidarsi agli slogan o ai colpi di mano solo nell’idea di tagliare lo Stato per risparmiare. Queste riforme vanno fatte con l’obiettivo di riorganizzare lo Stato, ma per farlo funzionare meglio. Come la vedo io, un’autoriforma delle Regioni mira anche a fornire servizi di qualità ai cittadini mettendo in comune certe funzioni di governo. C’è molto di concreto che si può già fare senza fare nuove leggi”. Lo afferma Nicola Zingaretti (Pd), presidente della Regione Lazio, in un’intervista a Repubblica.
er cominciare, “le Regioni possono iniziare a mettere insieme alcune attività – spiega il governatore – in modo da ridurre i costi e alzare la qualità dei servizi. Poi si potrà pensare realisticamente a ridurre il numero delle Regioni stesse per arrivare a ambiti più ampi”. Alcune delle attività che potrebbero essere messe in comune sono, ad esempio quella “di zooprofilassi”, che “lo è già e dimostra che si può fare”; ma anche “alcuni servizi sanitari, anche attraverso la specializzazione di centri di eccellenza facilmente raggiungibili. La protezione civile, la tutela dal rischio idrogeologico, i trasporti, le agenzie regionali per l’ambiente – aggiunge Zingaretti -. E naturalmente anche certi enti e società partecipate. Le istituzioni regionali devono avere la lungimiranza di perdere qualche pezzo di ciò che per alcuni continua ad essere un potere, anche elettorale, a vantaggio dell’efficienza per i cittadini e le imprese”.
I cittadini dovrebbero aver fiducia in questa autoriforma delle regioni, secondo Zingaretti, “perché esistono misure che si possono prendere subito per togliere ossigeno alla corruzione. Vanno ridotte drasticamente le centrali appaltanti. Vanno semplificate le procedure e i cosiddetti pareri di competenza, e serve trasparenza totale, consultabile su Internet, su ogni gara d’appalto e chi le vince. La complessità dei processi amministrativi è il brodo della corruzione, dunque è importante che si sappia sempre chi esattamente fa cosa”. Concludendo, il governatore del Lazio mira a “un modello nel quale ciascun livello di governo abbia competenze esclusive su dati settori o funzioni, in modo che tutto sia più veloce e le responsabilità siano chiare. Non si può decidere sempre tutto a un tavolo di 24, con 24 diritti di veto. Meno ancora oggi che Bruxelles individua nelle città e nelle Regioni di tutta Europa, non solo nei governi, degli interlocutori diretti”.