Quirinale, Alfano (Ncd): Serve patto a tre, manca un cattolico

Roma, 22 dic. (LaPresse) – Il presidente della Repubblica “non può essere eletto dal congresso di una formazione politica, ma da un’assemblea di mille grandi elettori che rappresentano il Paese. La Costituzione assegna al presidente sette anni proprio per stare a cavallo di due legislature e dunque di più governi, possibilmente di diverse maggioranze. Dunque ciascuno deve sentirsi rappresentato”. Lo afferma il ministro dell’Interno Angelino Alfano (Ncd) in un’intervista a Repubblica. “E’ importante starci tutti e tre – spiega il ministro, riferendosi a Ncd, Fi e Pd – perché si tratta di un metodo che risponde al senso della rappresentanza parlamentare di questa legislatura e alla filosofia con cui sono nati i suoi governi. Poi chiaro che se altri volessero aggiungersi sarebbe anche meglio, ma mi pare che nessuno tra le altre forze abbia una reale buona volontà”.

“E’ da un bel po’ che al Colle manca un cattolico”, aggiunge Alfano, che poi ricorda come, durante la Prima Rpubblica, la Dc abbia eletto vari presidenti esterni al partito: “un liberale come Einaudi, un socialdemocratico come Saragat e un socialista come Pertini. Parliamo di presidenti che facevano parte dell’arco delle forze di maggioranza, che non erano democristiani, ma che possedevano il prestigio e la personalità per incarnare la funzione”.

“Nella Seconda Repubblica”, invece, “nonostante il centrodestra guidato da Silvio Berlusconi abbia vinto tre volte, abbia perso due e pareggiato una, il presidente è stato eletto per due volte quando aveva perso e l’ultima volta in una situazione di pareggio che ha portato alla provvidenziale rielezione di Giorgio Napolitano. Questo ha fatto sì – conclude il ministro – che l’area non di sinistra, moderata o di centrodestra, nella Seconda Repubblica non ha mai potuto esprimere un Capo dello Stato a dispetto del consenso maggioritario di cui ha goduto nell’arco di 20 anni”.