Roma, 22 dic. (LaPresse) – “Non sono Superman. Gli strumenti che sono stati forniti all’Authority sono importanti. Era composta da 20 persone, ora da 300. Ma se qualcuno pensa che in tempi brevi possiamo risolvere un problema così enorme è fuori dal mondo. Le responsabilità me le prendo tutte, ma non voglio portarmi sulle spalle fardelli che non mi competono”. Così Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’. “Alcuni piccoli passi – aggiunge – sono stati fatti. Lo abbiamo visto in alcuni passaggi della vicenda Mose, per la prima volta si è potuto commissariare il Consorzio Venezia Nuova. O nella vicenda Expo. In sei mesi abbiamo dato una diversa impostazione della vigilanza sugli appalti e le stazioni appaltanti. Certo non ho la bacchetta magica”. L’inchiesta su Mafia Capitale “ha causato una grande indignazione. Ma noi siamo il Paese delle monetine e dei cappi, però dopo un po’ la gente si stanca e tutto torna come prima. Noi non abbiamo bisogno di indignazione, ma di impegno costante”, conclude Cantone.