Roma, 22 dic. (LaPresse) – “Caro Manconi, rispondo alla tua lettera del 10 dicembre e sono anch’io molto rammaricato per l’impossibilità di realizzare l’iniziativa che avevi meritoriamente ideato di un Convegno in carcere sul tema della ‘reclusione dei bambini’. Si tratta di un problema grave e delicato e sono al corrente delle difficoltà incontrate nell’attuazione della legge n. 62 del 2001 che ha previsto gli istituti a custodia attenuata, per la quale non vi è forse stato un sufficiente investimento strutturale ed una visione integrata di assistenza e sostegno per i figli dei detenuti”. Così il prsidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una lettera inviata a Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato.

“E’ mancato, come purtroppo spesso accade – aggiunge – un lungimirante impegno di tutte le Istituzioni per dare all’innovazione legislativa le caratteristiche concrete che l’avevano motivata. Le strutture destinate ad accogliere i bambini per non allontanarli dalle mamme detenute sono poche e mal attrezzate e non consentono sempre di raggiungere lo scopo di garantire una continuità del legame familiare offrendo, nel contempo, la possibilità di recuperare la dignità del detenuto anche attraverso il rapporto affettivo”.

“Eppure, anche salvaguardando la continuità del rapporto familiare – prosegue Napolitano – si favorisce il riequilibrio dell’individuo durante la detenzione. E’ un obiettivo che, se ben attuato, consentirebbe di aumentare le opportunità di recupero, sia per la crescita equilibrata dei bambini che per il reinserimento sociale della persona adulta ristretta in carcere. La questione della ‘prigione dei bambini’ è evocativa del tema più grande della condizione carceraria sulla quale ti soffermi diffusamente. Al riguardo non posso che ribadire il contenuto del messaggio inviato alle Camere l’8 ottobre 2013”.

“Mi fa piacere rilevare che, successivamente al mio messaggio – conclude Napolitano – sono stati adottati provvedimenti che hanno contribuito a far diminuire sensibilmente il numero dei detenuti. Esso rimane comune maggiore della capienza massima degli istituti, ed è sempre elevata la quota dei detenuti in attesa del giudizio di primo grado. Molto rimane da fare, ma si è comunque avuto il segno di una maggiore attenzione verso il problema della condizione carceraria che deve convincere a perseverare ed a migliorare affinando gli obiettivi. Nel ringraziarti per le parole di riconoscimento che mi hai voluto tributare, auspico che, nell’interesse del nostro paese, il tuo infaticabile impegno su questi temi solleciti la sensibilità e la volontà del Parlamento e del Governo per raggiungere ancora maggiori e più ambiziosi risultati”.

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