Roma, 16 dic. (LaPresse) – “Non possiamo essere ancora il Paese attraversato da discussione ipotetiche: se e quando e come si voglia e si possa puntare su elezioni anticipate da parte di chi e con quali intenti, o se soffino venti di scissione in questa o quella formazione politica, magari nello stesso partito di maggioranza relativa. E’ solo tempo e inchiostro che si sottrae all’esame dei problemi reali, è solo un confuso nervoso agitarsi che torna a evocare lo spettro della stabilità”. Così il presidente della Repubblica nel corso del consueto scambio di auguri di fine anno con le alte cariche dello Stato in Quirinale. Il programma di riforme del governo guidato dal presidente del consiglio Matteo Renzi, ha detto Napolitano, “ha dato il senso di quale cambiamento fosse divenuto indispensabile, e non più rinviabile”. Un lungo applauso ha accolto il discorso del capo dello Stato: nel Salone dei corazzieri tutta la platea si è alzata in piedi per applaudire con forza l’articolato discorso del capo dello Stato. Durante il semestre di presidenza italiana in Europa, secondo Napolitano, “il governo italiano, partendo dall’accurato lavoro preparatoprio svolto dal precedente esecutivo, ha potuto operare validamente, e con senso di maggiore sicurezza, in un clima nuovo di attenzione, per porre al centro dello sforzo comune esigenze, elaborazioni, proposte per un nuovo corso delle politiche finanziarie e di bilancio dei ventotto, dell”austerità'”. “Nell’insieme ci deve preoccupare un clima sociale troppo impregnato di negatività, troppo lontano da forme di dialogo e sforzi di avvicinamento parziale che hanno nel passato spesso contrassegnato le relazioni sociali o politico-sociali”, ha aggiunto, e rivolgendosi ai sindacati il presidente della Repubblica ha chiesto “rispetto delle prerogative di decisione del governo e del Parlamento, senza improprie e derivanti commistioni, e rispetto del ruolo che è naturale dei sindacati, di rappresentanza e – negli ambiti appropriati – negoziale; e sforzo convergente di dialogo anche su questioni vitali di interesse generale”. riferendosi alla politica interna, Napolitano ha detto che “sembra quasi a taluni che il superamento del bicameralismo paritario sia un tic da irrefrenabili rottamatori o da vecchi cultori di controversie costituzionali”. Spiega infatti il presidente che “impressiona certamente l’ignoranza o la non considerazione del retroterra di quella questione del bicameralismo paritario”. “Se è tornato di attualità e si è deciso – ribadisce il capo dello Stato – di affrontare con urgenza il tema di questa riforma ciò riflette qualcosa non più di storico, ma di attuale, concreto, drammaticamente necessario. Perchè di lì passa il recupero dell’agibilità e della linearità perduta del processo legislativo, da anni degradatosi qualitativamente e degenerato fuori di ogni correttezza costituzionale”. Un intervento, quello di Napolitano, accolto con favore dal premier: “Un discorso – ha commentato Renzi – di grande respiro e livello”.