Roma, 26 nov. (LaPresse) – “‘Primedonne’? No, solo donne e uomini con le loro convinzioni e la loro coerenza”. Così Gianni Cuperlo, voce della minoranza Pd, risponde in una lettera aperta pubblicata su Facebook al presidente dem Matteo Orfini che sul Corriere della Sera apostrofa la trentina di deputati che ieri non ha votato il Jobs act come “primedonne”. Quanto all’accusa lanciata da Orfini secondo la quale sarebbero “vittime di protagonismo a fini di posizionamento interno, ma alla fine si sono autoisolati”, Cuperlo replica: “Personalmente non mi sognerei mai di dire che la posizione di altre e altri, tra di noi, quando si esprime sul merito del provvedimento o di una legge risponde ad altre logiche che non siano quelle dichiarate. Mi piacerebbe che nel nostro partito questo principio fosse condiviso da tutti. Ma sarebbe giusto che a condividerlo fosse almeno il nostro presidente”.

I dissidenti, sottolinea Cuperlo, “sono parlamentari del partito che tu presiedi. Ciascuno di loro ha una biografia, risponde alla sua comunità politica e di territorio. Sul pareggio di bilancio e sulla legge Fornero abbiamo detto e scritto non poche cose. Sulla seconda, in particolare, la battaglia per chiudere la pagina vergognosa degli esodati transita di decreto in decreto per estendere la platea dei salvaguardati. Ma non è questo il punto. No, proprio non è questo il punto”.

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