Roma, 26 nov. (LaPresse) – “Ho votato a favore” del Jobs act “perché nessuno, nemmeno quelli che sono usciti dall’aula o che hanno detto no, nega i passi avanti che ci sono stati. E’ il discorso del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. In questo caso ci sono tutti e due”. Così Pierluigi Bersani in un’intervista a ‘Repubblica’. “Con il Jobs act – aggiunge – non si va al cuore del problema che è la produttività del lavoro. Ci sarà un recupero su quel terreno? Non credo. Ci avvitiamo sull’articolo 18, che aveva bisogno al limite di qualche ritocco, ma non era certo il cuore di una questione drammatica. Io la penso così. E non mi chiamassero conservatore sennò è la volta che mi incazzo”.
“E’ stato tutto sbagliato fin dall’inizio – ha spiegato Bersani -. Ma spero che si possa dire ancora cosa bisogna fare, perché c’è tempo per correggere. La vera sfida al mondo del lavoro, sindacati compresi, doveva venire dal lato della produttività e quindi da una flessibilità dell’organizzazione aziendale, da una sfida sul tema decentramento e partecipazione. Avere invece affrontato cose minori come l’articolo 18 o altro, o avere creato un ulteriore canale che differenzia la situazione dei lavoratori sullo stesso banco di lavoro, è un approccio negativo”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata