Calabria, Oliverio: Cambiamento e competenza, fiero di essere ex-Pci

Roma, 25 nov. (LaPresse) – In Calabria “c’è voglia di cambiamento dopo i disastri degli ultimi 15 anni. E parlo delle giunte di ogni colore politico”. Lo dice a Repubblica il neo governatore calabrese Mario Oliverio, eletto col 61% dei voti dopo essere stato sindaco, parlamentare, assessore regionale e presidente di Provincia. “Andiamoci piano con il rinnovamento – afferma -. Bisogna coniugarlo con la capacità. Qui, per fortuna, il mio messaggio è passato”. “Ho 61 anni e rivendico con orgoglio la militanza nel Pci di Berlinguer – aggiunge Oliverio -. La rottamazione non può essere la liquidazione di una tradizione politica come quella pidiessina o diessina. Bisogna far maturare i processi. Altrimenti non so per quanto continueremo a vincere. Occhio al dato dell’astensione in Emilia”.

L’astensione calabrese (ha votato il 44%), invece, per il nuovo presidente della Regione è “figlia, più che della disaffezione, della disperazione di una Regione che lo Svimez colloca all’ultimo posto in Italia per tasso di disoccupazione e reddito pro-capite. Ben 179mila calabresi, negli ultimi tre anni, sono fuggiti altrove”. Oliverio ammette di aver bisogno non solo di auguri, ma anche di “una collaborazione forte del governo nazionale. Renzi si è impegnato, ha detto che questa Regione non può essere abbandonata. Si può lavorare insieme per lo sviluppo. Partendo, ad esempio, dal porto di Gioia Tauro”.

Oliverio dice di non sapere per chi ha votato la ‘Ndrangheta, ma assicura di voler “scrivere regole chiare per evitare infiltrazioni soprattutto nell’apparato burocratico. Si cambia”. E sul dato secondo il quale, nelle sue 8 liste, il neo governatore avrebbe ricandidato una trentina di ex esponenti del centrodestra, Oliverio spiega che quei numeri “li ha dati la mia avversaria di Forza Italia, Wanda Ferro, che è stata utilizzata come paravento per coprire Scopelliti. Io, per indicare la mia rottura con il passato, non ho voluto avere nulla a che fare con gli uomini dell’ex governatore. Al punto da dire no all’Ncd, che chiedeva un accordo, proprio per la presenza di assessori uscenti di Scopelliti nelle sue liste”. Ora, con l’Ncd, dichiara di cercare “il dialogo”, ma non un accordo sul modello romano, perché “la gente non capirebbe”. Il risultato delle elezioni calabresi, infine, per Oliverio segnerebbe non tanto la fine, ma “la disarticolazione” della nuova Forza Italia.