di Ilaria Liberatore

Milano, 24 nov. (LaPresse) – La bassa affluenza alle urne (37,7% in Emilia Romagna e 44,1% in Calabria) “va inserita all’interno di un contesto generale in cui l’elettore italiano ha una scarsa volontà di partecipazione, in tutte le tipologie di elezioni, non solo le regionali”. Lo spiega a LaPresse Fabrizio Masia, direttore generale di EMG Acqua, società specializzata in sondaggi. “C’è una sorta di crescente disaffezione nei confronti della politica – continua Masia – sia perché è vista sempre meno come strumento in grado di dare risposte ai bisogni dei cittadini, sia perché, per quanto riguarda in modo specifico queste regionali e gli scandali che le hanno precedute, l’elettore vuole prendere la distanza nei confronti dell’uso improprio che i politici hanno fatto dei soldi pubblici”. “In questo caso, poi – aggiunge – in entrambe le regioni non si è delineato uno scontro tra due contendenti forti”. E’ sufficiente per scegliere di non esercitare il proprio diritto di voto? “Sarei cauto nel dare all’astensione un valore necessariamente negativo: si può rinunciare a votare anche perché non si percepisce un rischio democratico, ad esempio, perché l’elettore crede che, in fondo, entrambi i candidati siano validi”. Quindi, vediamo il ‘bicchiere mezzo pieno’, come chi oggi, nel Partito Democratico si focalizza sulla vittoria ‘2 a 0’? “Quello in realtà mi sembra più un commento di routine. Chiunque avrebbe detto la stessa cosa: ‘Rivendichiamo questa vittoria, anche se l’enorme astensione indica disaffezione alla politica’”.

“E’ innegabile che i dati relativi all’astensione attirino l’attenzione, soprattutto in Emilia Romagna, dove la partecipazione politica è sempre stata forte e dove gli elettori, ieri, si sono praticamente dimezzati (l’affluenza è calata del 30% rispetto alle elezioni precedenti, ndr) – aggiunge Masia -. Le cause sono tante, a cominciare dallo scandalo che ha investito il precedente governatore Errani, o da come son state gestite le candidature del Partito democratico, o ancora il calo di iscritti forte in alcune zone… Insomma ci sono stati tanti fenomeni, in un territorio in cui il centrosinistra ha sempre ampiamente dominato. Ma la vittoria era scontata e anche per questo la gente ha detto ‘Che vado a votare a fare?'”. “Possiamo fare un parallelismo con le elezioni comunali di Genova – continua il direttore di Emg -. Doria era dato per vincente già prima delle elezioni, e anche lì ci fu un’affluenza bassissima, di circa il 33%”.

Il trionfo della Lega, che in Emilia Romagna, regione storicamente ‘rossa’, è arrivata al secondo posto nelle preferenze degli elettori, non sorprende Masia: “A livello nazionale la Lega è in fortissima crescita. Salvini ha avuto la capacità di prendere posizioni molto chiare contro l’immigrazione, contro l’Europa e, allo stesso tempo, posizioni a favore delle realtà locali, più vicine alla gente, come ad esempio la valorizzazione dei prodotti locali, o l’abbattimento delle tasse; inoltre il segretario della Lega si sta muovendo sempre più anche sul territorio meridionale”. Parallelamente, il direttore di Emg fa notare che “Forza Italia sta arrancando, non solo a livello nazionale ma anche a livello locale”. Questo si connette a un clima di crisi nel centro-destra che, secondo Masia, è identificabile soprattutto “con l’esigenza di una figura rappresentativa: da una parte c’è Renzi, ma dall’altra? Non possiamo negare che il peso di Berlusconi si sia ridimensionato notevolmente, rispetto al passato”. In questo panorama convivono anche “Fratelli d’Italia, una realtà più piccola che si sta avvicinando alla Lega, anche perché su alcune questioni la pensano allo stesso modo” e “Ncd, che si trova in una posizione di limbo, né a destra né a sinistra”. ” Tra tutte queste realtà – aggiunge Masia – non può che esserci un dialogo complicato”.

In merito al fallimento del Movimento 5 Stelle, infine, Masia assicura che “ci troviamo ancora di fronte a una grande forza catalizzatrice, in espressioni di voto di livello europeo. Del resto, è successo anche Forza Italia, in passato, di prendere pochi voti a livello regionale e poi trionfare alle elezioni nazionali”. “In ogni caso – conclude il direttore di Emg – non prenderei i dati locali come inconfutabili, si sa che le elezioni regionali hanno dinamiche diverse da quelle nazionali. Aspetterei a trarre giudizi definitivi, la sorpresa è sempre dietro l’angolo”.

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