Roma, 24 nov. (LaPresse) – Il Pd conquista la presidenza di Emilia Romagna e Calabria, rispettivamente con i candidati Stefano Bonaccini e Marco Oliverio. Ma la vera vincitrice delle regionali è l’astensione. In Calabria è andato alle urne solo il 44,08% degli aventi diritto, rispetto al 59,26% delle precedenti elezioni. Peggio ancora in Emilia Romagna, che perde oltre un milione di votanti e non arriva al 40% (37,70%) rispetto al 68,06% del 2010. Il primo a commentare il dato è stato, nella notte, il premier Matteo Renzi su Twitter: “Male affluenza, bene risultati: 2-0 netto. 4 regioni su 4 strappate alla destra in 9 mesi. Lega asfalta Forza Italia e Grillo. Pd sopra il 40%”.
EMILIA ROMAGNA. Stefano Bonaccini, 47 anni, modenese, è il nuovo presidente della regione Emilia Romagna. Il nuovo corso di viale Aldo Moro, dopo tre legislature targate Vasco Errani, è dunque griffato Renzi, perché Bonaccini, ex segretario regionale Pd e responsabile nazionale degli enti locali del partito, è molto vicino al premier. Sostenuto oltre che da Pd anche da Sel, Centro democratico ed Emilia Romagna civica, ha staccato nella notte elettorale il principale avversario Alan Fabbri, sindaco di Bondeno nel ferrarese e uomo scelto da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia: il computo totale dice oltre 615.725, ossia il 49,05%, contro il 29,85 del ferrarese, capace di prendere oltre 374mila voti, di battere il rivale del Pd a Piacenza e dargli filo da torcere a Ferrara. Alle loro spalle Giulia Gibertoni, che col suo 13,3% (oltre 160mila voti) migliora il risultato grillino del 2010 ma peggiora quello delle recenti europee.
“E’ finita una stagione, ora ne comincia una nuova”. Così Stefano Bonaccini, nuovo presidente della regione Emilia Romagna, ha commentato solo alle 2.25 una vittoria già annunciata dal premier Renzi. “Matteo – dice – mi ha fatto i complimenti, mi ha detto di tener duro e non abbassare la testa”. Anche Bonaccini ha sottolineato la bassa affluenza spiegando che “un pezzo di Pd è rimasto a casa” e che l’inchiesta sulle spese pazze in regione “ha segnato l’affluenza. Ora vanno pesate le cose e ricostruita la fiducia”.
Soddisfatto del risultato anche il secondo arrivato Alan Fabbri che ha spiegato: “Il Movimento 5 Stelle non rappresenta più un cambiamento. Il volto nuovo della politica italiana è la Lega Nord”. “Prendere più del 20% nella maggior parte dei seggi emiliani – ha aggiunto – è un dato entusiasmante”.
CALABRIA. Mentre ancora procede con lentezza lo scrutinio delle 2.409 sezioni calabresi, un dato è già certo: è Marco Oliverio il nuovo governatore con (quando ci sono 2.215 sezioni scrutinate su 2.409) 440.534 voti e il 61,12%. A seguire Wanda Ferro di Forza Italia con 172.031 voti e il 23,86% e Nico D’Ascola per il Nuovo centro destra con 62.741 voi e l’8,70%. L’ultima poltrona della regione occupata del centrosinistra in Calabria era stata quella di Giuseppe Loiero, del Partito democratico eletto il 3 aprile del 2005 con il 59% delle preferenze.
Oliverio, 61 anni, è nato a San Giovanni in Fiore (Cosenza). Ha rappresentato in queste elezioni regionali tutto il centrosinistra, sostenuto dal Partito democratico, Sel, Italia dei Valori e Socialisti. Esponente in Calabria dai tempi del Partito comunista italiano ha poi fatto tutta la trafila passando dal Pds, Ds. Col Pd è stato esponente della corrente che fa riferimento a Gianni Cuperlo. Nelle primarie ha superato il renziano Gianluca Callipo con il 56%. E’ entrato per la prima volta in consiglio regionale nel 1980 per il Pci, è stato confermato nella legislatura successiva nel corso della quale ha ricoperto anche la carica di assessore all’agricoltura. E’ stato sindaco della sua città natale San Giovanni in Fiore nel 1990, Oliverio dal 1992 al 2006 è stato deputato. Segretario regionale dei Democratici di sinistra dal 1997 al 2001, è stato eletto presidente della Provincia di Cosenza nel 2004 e confermato nel 2009. In queste elezioni le liste che lo hanno sostenuto sono state: Pd, Centro democratico, Calabria in rete, Cdu, Oliverio Presidente, Autonomia e diritti, La Sinistra per cambiare la Calabria con Speranza. Tra le priorità della sua campagna elettorale: la messa in sicurezza del territorio, l’occupazione, la sanità, la lotta al clientelismo e illegalità. Oliverio ha promesso più attenzione verso il porto di Gioia Tauro, possibile volano di sviluppo non solo per la regione, a suo dire, ma per il Paese.
“E adesso cambiamo la Calabria”, è stato il primo commento alla vittoria di Oliverio su Facebook che poi ha spiegato di avere già un appuntamento con Renzi il 28 novembre per cercare “di terminare un nucleo di questioni prioritarie sulle quali bisognerà lavorare per rimettere in piedi questa regione”. “Spero che per quella data – ha aggiunto – sia avvenuta la proclamazione per assumere pienamente i poteri che mi sono stati conferiti dal vasto consenso riscontrato in questa bellissima giornata”.
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