Roma, 20 nov. (LaPresse) – “Da tempo l’opinione pubblica preme perché la Rai divenga più efficiente. L’attuale struttura dei tg è del tutto ingiustificata dal punto di vista editoriale e dei costi. La Rai è l’unica al mondo ad avere questa struttura bizzarra, nessuna azienda televisiva a controllo pubblico avrebbe tollerato lo spettacolo andato in onda dal G20 di Brisbane”. Lo afferma Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai, in un’intervista pubblicata oggi dal Messaggero e rilasciata al giornale prima che, ieri pomeriggio, il cda della tv di Stato votasse a maggioranza il ricorso contro i tagli previsti dal decreto Irpef, i 150 milioni di euro che il governo Renzi ha prelevato dal canone. In seguito al ricorso la consigliera Luisa Todini si è dimessa, ritenendo la decisione ‘inaccettabile e irresponsabile’.
In Rai convivono una decina di testate giornalistiche e tre tg nazionali che vanno in onda in 21 edizioni, una situazione a cui, per Gubitosi, “dopo 35 anni è impensabile che non si metta mano”. “Io – aggiunge – suggerisco che si debba agire al più presto. C’è un problema di etica che non possiamo ignorare oltre. Insieme al fatto che compito di un management serio, soprattutto di questi tempi, è favorire dinamiche operative che aiutino l’azienda a crescere”.
Per Gubitosi è importante affrontare prima di tutto quello che definisce “il problema più difficile, il nodo che blocca tutto”, senza farsi condizionare “da totem ideologici”. Sul successo della quotazione di RaiWay, poi, commenta che sono state determinanti “competenza e capacità di pianificazione”, e che altrimenti “la dea bendata sarebbe servita a ben poco. Per questo non dobbiamo esitare a mettere in atto strategie che sono essenziali per riportare la Rai, entro tempi ragionevoli, entro i binari dell’efficienza”.
Infine, il direttore generale della Rai definisce l’ipotesi di un canone più basso ma pagato da tutti “un bel messaggio di equità. Peraltro, è bene sgombrare fin da subito il campo da equivoci antipatici: il canone in bolletta non ha lo scopo di avvantaggiare la Rai, il cui introito totale alla fine sarà grosso modo lo stesso, ma ha quale fine anzitutto di stanare gli utenti che oggi non pagano”. “Quanto alle modalità con cui realizzare l’operazione – conclude – è una decisione che spetta al governo. Noi attendiamo fiduciosi”.