Jobs Act, Fornero: Art.18 segue nostra linea, noi fermati da Bersani

Milano, 20 nov. (LaPresse) – Elsa Fornero, da Professoressa ordinaria di economia politica, (presso la Scuola di management ed economia dell’Università di Torino), sul Corriere dà nuovamente i voti a Matteo Renzi, dopo il via libera al Jobs Act: “Dal 18 siamo passati al 20. In particolare per il coraggio e la determinazione che ha dimostrato, anche in Europa, per abbassare le tasse sul lavoro”. Sull’articolo 18, poi, aggiunge che “sui licenziamenti economici mi pare il proseguimento del percorso che avevamo tracciato noi. Nella sua formulazione originaria anche la nostra riforma cancellava il reintegro. Fu poi per insistenza di Bersani, e con l’esplicito accordo di Casini e Alfano, che inserimmo quella formula che permette il reintegro solo quando il motivo economico è manifestamente insussistente. Ma già adesso chi vince una causa ottiene quasi sempre un’indennità. Non cambia molto”.

Sui licenziamenti diciplinari, Fornero risponde che “la soluzione trovata mi sembra rischi di essere in parte sbagliata e in parte illusoria”. Sbagliata perché “il governo vorrebbe sostanzialmente abolire la discrezionalità del giudice. Ma, così come ci sono lavoratori che si comportano male, ci possono essere anche datori di lavoro che si comportano male. E se c’è una controversia a decidere deve essere un terzo. Non vedo chi se non un magistrato”. Illusoria in merito al fatto che il reintegro scatti solo se l’azienda accusa il lavoratore di un reato falso, perché “il margine di discrezionalità che si mette fuori dalla porta potrebbe rientrare dalla finestra. La questione non è così semplice come sembra”.

L’articolo 18, secondo Fornero, “è solo una bandiera” e a chi dice di aver vinto, la Professoressa ribatte: “Il merito interessa molto meno del riflesso politico. Non credo che ci sia un solo imprenditore, italiano o straniero, che non assuma perché ha il problema dell’articolo 18, così come cambiato da noi”. Le nuove regole, che dovrebbero valere per i nuovi assunti e non per chi ha già un contratto, secondo Fornero “”nel medio saranno applicate a tutti. So bene che l’impostazione è dire si comincia e poi si estende. Ma, se si ritengono migliori queste norme, bisognerebbe avere il coraggio di dire che le modifiche riguarderanno tutti i lavoratori privati, anche quelli già assunti. E, perché no, anche i dipendenti pubblici. Altrimenti si perpetuano le diseguaglianze”.

Lo sciopero dei sindacati, infine, è per Fornero “una risposta politica a un’impostazione politica del problema. Anche loro giocano sul piano del ‘vinco io’ lasciando perdere il merito” e sul ministro Poletti, che non parla dal palco della Uil, “Non voglio dare giudizi sulle scelte altrui. Posso solo dire di non aver mai rifiutato il dialogo, nemmeno quando sapevo di avere interlocutori ostili”.